Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti

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      Navicella, compiuto, quando essa era titolo cardinalizio di Giovanni de' Medici. A complemento del restauro interno la Chiesa ebbe la costruzione all'esterno del portichetto ad archi pilastrati, le di cui belle proporzioni, certo il Vignola stesso, deve aver ammirate quando ideava i portichetti sul Campidoglio.
      Affezionatosi sempre più il Ghigi a Raffaello soddisfatto delle commissioni ad esso già affidate e per le pitture di S. Maria della Pace e per il progetto della Cappella gentilizia che andava a porre in esecuzione in uno dei più artistici e devoti templi di quell'epoca, il generoso e ricco mecenate, volle dall' artista maggior lavoro, volle una fabbrica di delizia, lungo la via della Longara, sulla riva del Tevere, fabbrica che adempiesse coll'annesso giardino, all'ufficio allora venuto in moda, di cryptoportico e di piacevole trattenimento per godere la vista del fiume e dei Colli Gia-nicolensi. Di questa fabbrica, a tutti noi nota col nome odierno della Farnesina e per aver accolte le pitture di Amore e Psiche e della Galatea dello stesso Raffaello, fu assegnato autore il Peruzzi dal Vasari per primo, e dal Letarouilly ed altri in seguito. Ma al Pontani, che con solide ragioni e chiare illustrazioni comparative molti anni indietro rivendicava al Sanzio il diritto di proprietà artistica, si è unito di recenti un giudice competente, il barone Geymuller, l'autore della tanto stimata opera « Les projéts primitifs des Saint-Pierre » il quale si è schierato campione valoroso alla difesa di Raffaello ; a lui fece seguito il tedesco Forster con il suo libro Farnesina Studien.
      Oggi può dirsi che siasi dileguato ogni dubbio. Per ogni lato che si voglia guardare la questione, questa è risoluta a tutto onore del nostro Artista, e per l'epoca della costruzione e per lo stil* architettonico, e per il modo primitivo di sagomare del Sanzio, e per la disposizione planimetrica, e per l'esempio che questo autore ne rinnovava alle falde di Monte Mario in quella che fu detta Villa Madama, e, ciò che più vale, per la grande amicizia che legava il Ghigi all'Artista Urbinate, in preferenza al Peruzzi, il quale fino alla costruzione del Palazzo Massimi e finche visse Raffaello, non erasi fatto un nome valoroso di architetto, sibbene di distinto pittore.
      Nello stesso giardino della Farnesina vedonsi i resti di altra fabbrica, la quale, lasciata incompiuta, si elevò poco più dell'imbasamento della prima ordinanza a pilastri binati. Vasari vi volle riconoscere l'edificio destinato ad uso di stalle, e queste si degna attribuire a Raffaello, concordi tutti gli altri scrittori. Di quanto tutt' oggi vedesi è ben poca cosa, il Milizia a' suoi tempi potè scorgervi maggiore costruzione, giacché su essa vi pronunzia un giù-


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Raffaello Sanzio Architetto
Discorso
di Raffaele Ojetti
Tipografia F.lli Centenari Roma
1883 pagine 40

   

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