Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti

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      con il tempietto monoptero di S. Pietro Montorio diede indizio della cambiata maniera dell' architettare che fatto aveva in Lombardia, così il nostro Sanzio non tardò molto a dar saggio del come Roma svelata eraglisi augustissimo tempio della sovrana arte, di quell' arte al cui perfezionamento volendo ognor più avvicinarsi, Raffaello, collo studio delle classiche antichità, passò in pittura dalla seconda maniera alla terza, e col continuo ritrarre i resti dei monumenti romani, si sentì completo architetto.
      Raffaello ha il diritto di prender posto fra gli architetti non solamente a causa dell' importanza dei lavori ai quali egli fu destinato, ma ancora a causa del gusto superiore ch'egli infuse in ciascuna delle sue opere. Benché le stesse sue prime creazioni in pittura, come dicemmo, già rivelino il trasporto per l'arte di edificare, pure il vero architetto si sviluppò, più tardi assai, di quando egli era divenuto insuperato pittore. « Verso la fine della sua vita, come per riguadagnare il tempo perduto, Raffaello, osserva il Muntz, non ha esitato di sacrificare la pittura ai suoi nuovi studi : il compasso rimpiazza il pennello; Vitruvio succede alla sua ammirazione per Apelle; si è creduto scovrire delle tracce di rilasciatezza nei suoi ultimi affreschi, gli si rimproverarono alcuni processi troppo solleciti. In realtà questa tal quale indifferenza nasconde l'evoluzione naturale, legittima di uno spirito generoso, che, avendo appreso fino all' ultimo i segreti della propria arte, si rivolge verso altri orizzonti. L'Architettura non ebbe ben presto, nelle sue predilezioni, altra rivale che l'Archeologia ».
      Preparato come già erasi il Sanzio air arte tutta quanta, per ingenito trasporto e per studi speciali, prese ad amare e comprendere le bellezze prodotte dalla sesta; chiamato in Roma dal più grande architetto del risorgimento, Raffaello dovette ardere d' impazienza- a potersi famigliarizzare collo stile inaugurato dal suo parente sulle rive del Tevere.
      A Bramante da sua parte non meno pungeva desiderio, contando, nel 1508, sessantaquattro anni, di trovare giovane artista a cui potere, lui morto, affidare la prosecuzione dei suoi vasti progetti, quali i principali: S. Pietro, il Vaticano, il Palazzo di Giustizia di cui si vedono ancor oggi le vaste fondazioni ed una parte dell' imponente prospetto che dovea erigersi sulla Via Giulia.
      Bramante aveva avuto modo di conoscere.il talento del Sanzio fin da quando era giovanissimo e di affezionarselo. Bramante venuta l'occasione non poteva trovare allievo migliore, migliore compagno, migliore successore. Da tutto ciò trovano ragione le raccomandazioni al Papa, 1' invito di venire in Roma, gli ammaestramenti che al Sanzio prodigò al dire del Vasari. Da tutto


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Raffaello Sanzio Architetto
Discorso
di Raffaele Ojetti
Tipografia F.lli Centenari Roma
1883 pagine 40

   

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