Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti

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      S. Maria al Popolo, nell'Ospedale di S. Spirito ed in altri edifìci di suo stile. Bramante e Frate Giocondo, tratti pur essi dal desiderio di apprendere vieppiù l'architettura, alle mire dell'intelligente e potente Pontefice Giulio II meglio che altri corrisposero, iniziando e compiendo opere non disdicevoli alla romana magnificenza. Ecco considerati i grandi sforzi di questi italiani per richiamare all'antico splendore l'arte nostra per tanti secoli negletta. Ecco da quali precursori veniva annunziato l'approssimarsi di quella splendida epoca, in cui Raffaello e Michelangelo sarebbero apparsi geni insuperabili. Felice l'Architettura, se al par del Brunelleschi, del Pintelli, del Bramante, del Sanzio e del Peruzzi, molti artisti avessero dato a cercar prima nei monumenti le più essenziali ragioni di lei, anziché tenersi paghi delle sole simetrie degli ordini architettonici!
      Siccome facemmo già intravedere il Sanzio ritornato a Firenze nel 1508 veniva in quella città, non sprovvisto di pratica e di teoria sull'Architettura, non per aver tirato solo di prospettiva, ma sibbene per avere in alcune città della Comarca e dell'Umbria assistito, per incarico affidatogli dallo stesso Bramante, qualche costruzione delle tante che il suo maestro dava compimento. Se questo fatto si tiene nel dovuto conto, a nessun di noi deve restar dubbio se in Firenze a lungo conversar con i più esperti architetti, coll'affisar di continuo le belle fabbriche già murate durante il risorgimento e tante altre splendide di gusto che venivano a' suoi giorni compiute, cominciasse il nostro Artista ad entrare vieppiù addentro alle discipline architettoniche ed in modo di sentirsi capace di mostrarsi completo architetto quante volte gli si presentasse occasione. E questa non tardò ad essergli offerta, nel modo che appresso esporremo.
      Constatiamo il risultato della benevola influenza della scuola fiorentina per il caso nostro. Il Sanzio prese ispirazione dalle costruzioni del Brunelleschi per l'adozione del bugnato nei piano-terreni e lungo gli angoli dei prospetti di fabbrica, bugnato però con più moderazione e gentilezza aggettato, scompartito a tagli regolari e con savio catenamento agli archi ; metodo questo che il Vignola ed il Sanmicheli fecero loro prò in seguito in molte porte e basamenti, notevoli per robusta snellezza di proporzioni. Pure avuto riguardo allo stile ed alla maniera conservata del suo maestro Bramante, la scuola fiorentina deve avergli appreso lo applicare gli ordini in quel modulo più grandioso che la bramantesca usanza non permettesse allora e che in appresso lo studio su i monumenti di Roma devegli avere ancora più consigliato. Potè apprendere un profilare le modanature alquanto più sentito, non mai però quanto quello del Peruzzi e del Vignola ; la di-


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Raffaello Sanzio Architetto
Discorso
di Raffaele Ojetti
Tipografia F.lli Centenari Roma
1883 pagine 40

   

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