Raffaello Sanzio Architetto di Raffaele Ojetti

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      che si era acquistata, andava sicuro di procurare al suo allievo degna e gradita accoglienza.
      Firenze alla venuta di Raffaello era in fatto d' arti e di lettere in pieno risorgimento. In grazia delle raccomandazioni di una bella, colta e potente dama, e di un illustre maestro, Raffaello sembra essere stato molto rapidamente accettato dalla Società fiorentina e di essersi ben presto accattivata T amicizia e la stima degli artisti, e degli scienziati e facoltosi personaggi che in quell'epoca vivevano. Fu sopratutto nello studio di un ben noto architetto, Baccio d' Agnolo, che Raffaello fece delle numerose ed utili conoscenze.
      Questo Baccio, come molti dei suoi contemporanei, coltivava in pari tempo l'architettura, la scultura in legno e 1' intarsia. Egli aveva bella e dotta compagnia nel suo studio, che dava occasione a frequenti parlari su cose ed uomini d'arte.
      L'eco di questi bellissimi discorsi, di queste dispute d'importanza) è arrivata fino a Vasari, il quale potè conoscere il Baccio, già divenuto vecchio ed architetto ben noto per belle fabbriche da lui erette. Il biografo cita Raffaello nel primo rango fra quei che componevano questo scelto ritrovo ; quindi venivano Ghiberti, Andrea Sansovino, il Cronaca, Antonio e Giuliano da San Gallo, e perfino Michelangelo con altri molti. E Raffaello si distingueva « per la sua squisita urbanità e come quei che, sen^a offendere alcuno, portava la luce nelle questioni oscure. » Espressioni che a lui indirizza Celio Calcagnini, parlando delle discussioni cui più tardi nello studio stesso di Raffaello in Roma dava luogo il trattato di Vitruvio.
      Fra Ì pratrizi fiorentini che favorirono il perfezionamento degli studii del Sanzio in Firenze merita menzione Taddeo Taddei. Era costui chiaro protettore delle lettere e delle arti e grande amico del poeta Bembo. Taddei si prese tanto affetto per il giovine Artista, che gli offrì la sua casa e la sua tavola. Per questo Signore fiorentino lo stesso Baccio d'Agnolo costruì il Palazzo in via de' Ginori e per 1' altro patrizio Bartolini, Baccio edificò la bella Casa in piazza S. Trinità, fabbricato quest'ultimo, che in seguito mi darà motivo ad alcune osservazioni.
      Quanto influisse al Sanzio la dimora prolungata in Firenze, perchè all'ingenita sua inclinazione per l'Architettura venisse congiunto potente impulso ad uno studio serio e completo, ciascuno di Voi potrà facilmente immaginare, riflettendo quali splendide pagine ha la Storia inverso la terra Toscana, tanto benemerita del risorgimento delle arti belle. Firenze essa sola, e certo più di ogni altra città, accennò e preconizzò .il nuovo trionfo della


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Raffaello Sanzio Architetto
Discorso
di Raffaele Ojetti
Tipografia F.lli Centenari Roma
1883 pagine 40

   

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