Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      maggiore o minore lontananza degli oggetti. Queste cose studiate in seguito seriamente, importarono nella pittura i magici etTctti dei riflessi e del chiaroscuro.
      Peraltro se l'idea e l'importanza che noi annettiamo oggi all' arte del colorire, si restringevano allora a tale estrema semplicità; non mancava quel vivo sentimento prodotto dalle regole dei contrasti ; sentimento che forma la base reale del colorito.
      Ciò si vede chiaramente nelle opere del Perugino. Il modo di colorire, specialmeate nei piccoli quadri, ha qualche analogia col tocco finito del miniatore. La bellezza consiste più nella parte viva e brillante del tono, che nell' abilità di degradare e variare le tinte. Le carni delle donne hanno la freschezza per base; quella degli uomini un colore vivo e biancastro. La qualità dominante doveva essere quel vago splendore che ferma ed abbaglia. Questa la regola fondamentale che ciascuno poi a piacimento variava e perfezionava, seguendo gl'impulsi del proprio ingegno.
      Tale subordinazione del colore al concetto recava all'arte grandissimo vantaggio dal lato del far nobile e vero. Il colorito era solo d'aiuto all'idea e al sentimento che mai veniva dall'artefice sacrificato. Tale prima maniera di colorire era proprio fatta per vestire le convenzioni di quell'epoca che in luogo del sapere scientifico presentava la precisione, il sentimento, la grazia; e che più che alla forma grecamente condotta, badava alle gravi ispirazioni dell'anima e all'esternazione del pensiero cristiano.
      Raffaello seguì quei principi' per lutto il tempo che visse a Perugia; nò li dimenticò a Firenze entrando nella seconda maniera del suo dipingere; nò a Roma mentre accumulava meraviglie sulle pareti del Vaticano, ove pur si rivela il genio del colorista, pel quale dobbiamo dire che cosa s'intende.
      In pittura la bilancia sarebbe inesatta se da un lato si mettessero il sublime concetto, lo stile grandioso, la purità e la severità del disegno; senza porre dall'altro il brio e la ricchezza dei toni, il prestigio e la facilità del pennello. —


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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