Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      Il gusto, con lui nato, del hello, lo rendeva inacessibile a quello spirito d'esagerazione, al quale talvolta si lasciarono andare Leonardo e Michelangelo. Come nessuno ei possedette il dono di saper dare a ciascun carattere l'essere proprio : come nessuno rifuggi egli sempre da tutto ciò clic sa di deforme, ammenoché il soggetto non vel costringa, siccome nell'Arazzo pel quale disegnò S. Pietro al peristilio del tempio. Pure la figura dello Storpio, che dovette introdurre nella composizione, nulla tiene di orrido, nulla di ripugnante, perchè in esso ciò che domina sopra tutto è l'espressione della fede sincera.
      Era il genio che guidava Raffaello anche nella scelta dei drappi, eh'ei studiava non gittati sul manichino, sibbene sul vero; e certo nessuno meglio di lui seppe con più eleganza e con maggiore naturalezza acconciare le vesti alle forme diverse. Con molte avvertenze tecniche, rafforzate dall'intelletto che cerca ragionando le cause del verosimile, anche là dove il vero gli poteva essere di modello, riesci a foggiar sempre corretti, nobili, grandiosamente veri i panneggiamenti.
      In quanto al tipi delle teste e delle figure, considerate così in generale, mentre in quelle dipinte a Perugia c'c una ingenuità nelle espessioni e nei movimenti che si direbbe propria della gente Umbra, semplice, snella e robusta ; nelle altre condotte a Firenze si trova, specialmente nelle figure degli uomini, un fare fermo, elegante, e più patrizio che popolare.
      l'i però sotto l'aspetto scientifico che il disegno dell'Ur-dinate si perfezionava a Firenze. Ci si aggiunse il sapere anatomico, e si vide entrar la vita nei muscoli, nelle forme la perfezione, la parola nei volti. Il progresso fu così rapido, fu così grande, che il pittore non solo fece dimenticare la sua prima maniera Peruginesca, ma superò tutti coloro, nelle cui opere era andato studiando il carattere, la scienza e la purità del disegno.
      A Roma doveva toccar 1' apice della grandezza, in mezzo a una vita nuova; fra le meraviglie dell'antica statuaria


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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