Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      V2\clic grande in lutti l'osse anche il dolore di perdere in Raffaello un uomo (rarissimo esempio) quasi in ogni parte perfetto; e di cui proprio s'ignora qual porre prima se il cuore o l'ingegno. Grato coi parenti; costante nelle amicizie; pro-, digo con i compagni dell'arte; coi poveri tutti benefico; 11011 superbo, non invido, non avaro, non tesoreggiatore, non cortigiano se non per giovare agli amici; buono, affabile, gentile sempre e con tulli. Prendendo a svolgere i molti volumi nostri, e più stranieri, che riguardano il gran pit-, lore, potremmo arrecare infinite testimonianze della molta e rara bontà di Raffaello ; ma il glorioso tema che ci siamo imposti di svolgere con la maggior possibile brevità c'incalza verso il suo termine, per cui staremo contenti a dire un sol I fatto, che viene anche dal Vasari citato come importante e solenne. Il fatto è d'aver egli tenuto in tale unione e concordia gli artefici differenti fra loro di lingua, d'ingegno e di animo, che tutti i mali umori nel veder lui si ammorzavano, ed ogni più vile e basso pensiero cadeva loro di mente. Effetto quasi incredibile fra' pittori e che Raffaello non a-¦ vrebbe ottenuto con l'autorità dell'arte soltanto, se con essa non si fosse congiunta quella buona e cortese indole che la natura gli aveva fatto viva e manifesta nella bellezza ed amabilità somma del volto. —
      Erano passali 513 anni dalla sua morte, quando nel 1835 si vollero discoperte le preziose reliquie, fatto che parve a tutti grandissimo e del quale faremo qui breve parola.
      Nacque dubbio fra gli artisti e fra gli antiquari di Roma non solo che potesse essere stato il Sanzio dissepolto, I inquantochc per suo ritenevasi un cranio posseduto dall' Ac-1 cadcmia di S. Luca ; ma eziandio se veramente ebbe egli Sepoltura nel Pantheon ; dubbio quest' ultimo assai leggero dopo l'epitaffo del Bembo, dopo le cose dettene dal Vasari e dopo la lettera che Marco Antonio Michiel indirizzava l'il Aprile 1320 ad Antonio Mar sili in Venezia. In questa si dice fra le altre cose » eh' egli ( il Sanzio ) fu sepolto nella Rotonda, dove fu trasportato con grandi onori » Fatto è che lo scultore Cav. Fabris, preside della Congrega-


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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