Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      uspiegazione se non elle il quadro per timore di una scoperta e di una possibile rivendicazione sia stato reso irreco-noscibile avendo però cura di non deformarne almeno la parte più ragguardevole. Ora è noto che sotto il governo del sopranominato Arciduca Leopoldo e di Ferdinando Carlo, colle loro spose di casa Medici, l'elemento italiano e con esso la famiglia Ferraris era onnipotente in Corte. Ma coll'entrare al potere dell'Arciduca Sigismondo Francesco nel 1661 sorse una reazione contro tale preponderanza; gl'italiani furono allontanati dalla Corte, e per vendetta di ciò quegli dovette forse essere avvelenato dal suo medico Agricola nel 1605. In questo tempo di angustie in cui, per la potenza di certe inimicizie, era da temersi ogni peggiore cosa, dovette senza dubbio accadere che si cercasse di rendere irreconoscibile il quadro. Il sig. Eigner però lo ha riposto nel primiero stato restaurandolo con profonda intelligenza dell'arte e con la più scrupolosa conservazione dell'originalità; con che ha salvato al mondo artistico un vero gioiello.
      Nella pubblica esposizione apertasi in Augsburg dopo compiuta la ristaurazione toccò all'immagine un trionfo quale raramente s'avvera; e da quel tempo una serie di autorevoli pubblicazioni nazionali ed estere dedicaronle parole con cui apertamente se ne faceva riconoscimento.
      Per tuttta Europa si trovano sparse di questa composizione più che trenta copie antiche, parecchie delle quali dopo la scomparsa dell'originale avrebbero voluto pretendere all'autenticità; il che già per due esempi si è da noi dimostrato. Ma la critica rigettò sempre coleste pretese. Nel nostro caso però argomenti incrollabili ci persuadono che in fallo noi ci troviamo al cospetto del vero originale che una felice congiuntura fece ritornare alla luce. Nella semplice nobilissima composizione, nell'aura celestiale, in tutte le leste, nel tino, miracoloso modellamento delle forme, nello splendore e trasparenza de'colori, nella rosea carnagione nell'assai giusto disegno e nel maestrevole pennellcggiamenlo noi riconosciamo a bello prima la mano del maggiore fra tulli i maestri, il quale in quest'opera ha inalzalo all'amore materno un monumento sublime.


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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