Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      Si tratta, egli scrive, di un episodio della nota l'avola della mitologia greca, la famosa disfida musicale fra il temerario Marsia e il Dio Apollo. Tale soggetto fu graditissimo all'arte antica, come ce ne fanno testimonianza pitture a fresco, vasi, gemme incise e scolfurc. Fra' moderni la trattò in proporzioni più vaste il Correggio, ma non con figliale successo.
      Il mitico avvenimento si figura avvenuto in Celene nella Frigia, dove Marsia erasi recalo in compagnia di Cibele menando gran vanto per la sua valentia nel suono della tibia. Abattutosi in Apollo superbo allora per le recenti sue scoperte sulla lira, meglio che inchinarsegli e venerarlo come Nume e Principe nell' arte della Musica, incauto provccollo, sfidandolo a far mostra seco lui del proprio valore. Apollo accettò, ma a patto che il vinto rimanesse a discrezione del vincitore, quale egli riuscendo diè nel più alto eccesso di furore, facendo legare ad un albero e scorticar da uno Scita l'infelice Marsia.
      Non è però questa orrenda catastrofe che il divino artefice ha voluto rappresentare nel suo dipinto: ma il momento bensi in cui Apollo e Marsia vengono al paragone.
      Il quadro è alto m. 0, 392 e largo m. 0, 292. Due sole figure e nude ambedue compongono 1' azione. Marsia siede a sinistra del riguardante sullo sporlo d'un masso, poggiando i piedi su d'un terreno smaltato d'erbe e di fiori; in bocca ha la tibia alla quale intende cogli occhi mentre colle mani ne modera il suono. La figura sta di controlume e quasi tutta nell'ombra. A destra sullo stesso piano sta ritto Apollo poggialo ad un'asta che tiene colla sinistra all'altezza dell'omero, il braccio destro ha ripiegato sull'anca. Gli stanno a' piedi l'arco e la faretra (1) e ad un tronco d'albero è appesa la lira.
      I bruni capelli di Marsia son tagliati rasenti mentre i
      (1) Nella fascia che compie la parte superiore della faretra è un ornato in oro in cui possono vedersi le iniziali R. Y. Rapael Vrbinas.


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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