Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      lippo di Simone Ansidei nella Cappella di S. Nicola della Chiesa di S. Fiorenzo ; nella mezza figura di un Cristo ri-sorlo che dalla Casa Mosca di Pesaro passò a decorare quella del Conte Paolo Tosi di Brescia, e nei freschi della Chiesa dei PP. Carmelitani eli S. Severo in Perugia, ove chiaro apparisce lo studio fatto dall'.Urbinate sulle cose di Frate Angelico e di Bartolomeo di S. Marco.
      Nel settembre dell' anno medesimo l'Urbinate allora ventiduenne, veniva prescelto dalle monache di Monte Luce presso Perugia per la esecuzione di un gran quadro d' altare. Ciò risulta eia un contratto stipulato il 19 settembre 1505 fra quelle Religiose e 1' artista, che in acconto riceveva 50 ducati d' oro. L' opera peraltro non fu cominciata se non nel 1516', epoca nella quale il Sanzio firmava ( 21 giugno ) altra scrittura, obbligandosi di condurre a termine 1' Assunzione per il 15 agosto 1517 e per la somma di 200 docati d'oro. Tale promessa Raffaello non potè più mantenere, certo per la moltitudine dei lavori che lo assediavano a Roma; e le monache non ebbero il quadro ( ora esistente nella Galleria Vaticana) se non dopo la morte del Sanzio, e lo ebbero rifinito dai pennelli di Francesco Penni e di Giulio Romano allievi e legatarii di Raffaello.
      Il grande desiderio di rivedere Firenze gli fece in Perai ^ia non accettare nuove commissioni, e non terminare parecchi lavori già cominciati. Il suo ritorno in Toscana fu agione di grande allegrezza fra gli amici e i compagni ci' arte, cui bastò aver solo conosciuto il pittore d' Urbino per amarlo molto e stimarlo moltissimo; fu cagione d'inesprimibile gioia per l'anima detl' artista clie ritrovava in Firenze care memorie e cose nuove da contentare l'intelletto insaziabile. S'incontrò e presto fece amichevoli relazioni con Baccio d'Agnolo, Andrea Sansovino, Filippo Lip-pi, Benedetto da Maiano, il Cronaca, Antonio e Giuseppe da S- Gallo, ed ebbe modo d'avvicinare Michelangelo Buonarroti.
      Fu nello studio di Baccio, architetto e scultore in legno rinomatissimo, che conobbe molti ricchi patrizi dai


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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