Della vita e delle opere di Pompeo Gherardi

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      IOa tempera, clic sbugiardano, senza bisogno d'altro, i suoi detrattori, alla testa de'quali è Giorgio Vasari\ scrittore, spesso per astio, spesso per invidia, e qualche volta per poca conoscenza delle cose o inesatto o maligno. Il Selvatico (cito fra i molti questo giudice venerato nelle cose di Arte) ne scrive così: Giovanni fu un quattrocentista di considerevole merito, castigato bastevolmente nella forma, savio nel drappeggiare,, giudizioso nel chiaroscuro, armonico nel colore.
      Dei primi anni vissuti da Raffaello poco o nulla sappiamo. Asserisce il marchese Malici che il piccolo Santi apprendeva la lingua latina dal Venturini che in quel tempo era in Urbino dove fece stampare la sua grammatica: e che già in quell'idioma aveva dato lezioni a Michelangelo. Se ciò fosse stato, il futuro principe della pittura avrebbe (in da fanciullo sentito parlare del suo futuro rivale.
      Il primo giorno d'agosto del 149-4 fu l'ultimo della vita per Giovanni che morendo lasciò a tutore del caro fanciullo Bartolomeo suo fratello, non potendosi fidare di Bernardina di Pietro di Parte che aveva condotto in seconda moglie il 25 maggio del 1492, tipo, a quel che pare, di poca femminile affabilità.
      Ma da chi Raffaellino avrà imparato i primi erudimenti dell'Arte? Senza dubbio dal padre. » C§t$sciuto che fu » (sono parole del Vasari) cominciò Giovanni a esercitar-» lo nella pittura, vedendolo a cotal arte molto inclinato e » di bellissimo ingegno; onde non passarono molti anni che » Raffaello, ancor fanciullo, gli fu di grande ajuto in molte » opere che Egli fece nello stato di Urbino. » — Sappiamo eziandio che in quei giorni dipingevano in Urbino Pietro Signorotti, e Timoteo Viti Urbinate, distinto allievo del Francia. Sappiamo pure che qui vivevano allora Baccio Pontelli, Bramante e fra Luca Pcicciolo architetti e matematici di gran vaglia. Gerto si è che a 12 anni dovette il fanciullo dar prova di molto ingegno e suscitare speranze in famiglia, perchè troviamo che (auto il tutore Bartolomeo, quanto l'avo Simone Ciarla, si occuparono con gran cura


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Della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Pompeo Gherardi
Tipi Savino Rocchetti
1874 pagine 160

   

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