Omaggio a Dante Alighieri di 
 
  
  
  
  
 
     
618	dante e gli ordini religiosiLaddove eran sì dolci il canto e '1 riso|
 
     
Che se il bel coro a te non li ascondea| Il tuo mortai potere avrian conquiso.
 
     
E quando nell' Empir della tua Dea
 
     
Perduto il lume aver tu n' assecuri| Dare a te duce anch'un non t'arrideaCui già qui strinser gl' imprecati giuri ? Bernardo| io dico| che fuggì per Dio Di Chiaravalle fra i recessi oscuri.
 
     
Egli è che svela al vivo tuo desio Il Paradiso e l'alta creatura| Cui sovra tutte il Creator fu pio.
 
     
Egli è che prega a lei| che tua naturaRinfranchi tanto che la prima Essenza Ti si dispieghi quanto può più pura.
 
     
E nell'infima spera l'apparenzaDi quei non poni che in alcuna parte Ai voti lor sofferser negligenza?
 
     
Ma d'Alighieri indarno io vo le carte Affaticando col pensier veloce A ricoglier le sue parole sparte ;
 
     
Chè dell'esempio in lui parlò la voceBen più sonora; e questo è tal suggello Che più altro cercarne è inutil croce.
 
     
Ei del suo nome il lungo stuol fe bello| Cui di qualsiasi giuro abbenchè parco Padre pur è d'Assisi il poverello ;
 
     
E di morte venuto al fero varco Delle lane serafiche vestito Volle il suo frale inanimato incarco|
  
  
  
  
  
 
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