Omaggio a Dante Alighieri di 
 
  
  
  
  
 
     
4 40	la vergine mariarata Avvocata| scende il piissimo oratore ad esporre le sue domande| ed in prima quella che il mistico via-tore affidato a lui| venga sublimato alla visione divina; grazia veramente singolarissima e non mai concessa ad uomo mortale ; pur nondimeno Dante la richiede e 1' attende da Colei che può ciò che vuole ! Prosegue dunque| e additandole ora quell' umile e divoto pellegrino venuto a Lei dopo la sì lunga via| raddoppia| per la grazia| la forza dell'affetto e dell'eloquenza:
 
     
Or questi| che dall'infima lacuna Dell'universo insin qui ha vedute Le vite spiritali ad una ad una|
 
     
Supplica a te per grazia di virtute|
 
     
Tanto che possa con gli occhi levarsi Più alto verso l'ultima salute.
 
     
Ed io che mai per mio veder non arsiPiù ch'io fo per lo suo| tutti i miei prieghi Ti porgo| e prego che non sieno scarsi|
 
     
Perchè tu ogni nube gli disleghi Di sua mortalità co'prieghi tuoi| Si che il sommo piacer gli si dispieghi.
 
     
Ma il Poeta restava tuttavia nel mondo| e avea a temere di ricadere nella selva oscura degli umani vizii. Segue perciò a pregare che Ella| la quale avea iniziata e ornai compiuta l'opera di sua salvezza ora ne lo confermi| e il suo sguardo materno lo vegli dagli allettamenti della inferma umana natura.
 
     
Ancor ti prego| Regina| che puoiCiò che tu vuoi| che tu conservi sani| Dopo tanto veder| gli affetti suoi.
 
     
Vinca tua guardia i movimenti umani: Vedi Beatrice con quanti Beati Per li miei prieghi ti chiudon le mani.
 
     
Qui ha fine la santa orazione| in cui non so qual più
  
  
  
  
  
 
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