Omaggio a Dante Alighieri di 
 
  
  
  
  
 
     
TEMPORALE DEL ROMANO PONTEFICI*	2 I IOr va| eliò un sol volere è d' ambedue : Tu duca| tu signore e tu maestro. Così gli dissi| e poiché mosso fuc|
 
     
Entrai per lo cammino alto e silvestro.
 
     
14	Purg. xx 49.
 
     
Chiamato fui di là Ugo Ciapetta :
 
     
Di me son nati i Filippi e i Luigi| Per cui novellamente è Francia retta.
 
     
85. Perchè men paia il mal futuro è il fatto| Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso| E nel vicario suo Cristo esser catto.
 
     
Yeggiolo un' altra volta esser deriso ;
 
     
Veggio rinnovellar 1' aceto e il fele| E tra nuovi ladroni essere anciso.
 
     
Veggio il nuovo Pilato sì crudele|
 
     
Che ciò noi'sazia| ma| senza decreto| Porta nel tempio le cupide vele.
 
     
O signor mio| quando sarò io lieto A veder la vendetta| che nascosa Fa dolce 1' ira tua nel tuo segreto !
 
     
15	Ivi 43.
 
     
I' fui radice della mala pianta|
 
     
Che la terra cristiana tutta ad uggia Si| che buon frutto rado se ne schianta.
 
     
Ma se Doago| Guanto| Lilla e Bruggia Potesser| tosto ne saria vendetta : Ed io la chieggo a Lui che tutto giuggia.
 
     
10 Purg. xx 70.
 
     
Tempo vegg' io non molto dopo aneoiChe tragge un altro Carlo fuor di Francia| Per far conoscer meglio e sè e i suoi.
 
     
Senz' arme n' esce| e solo con la lancia|
 
     
Con la qual giostrò Giuda j e quella polita Sì| eli' a Fiorenza fa scoppiar la pancia.
 
     
Quindi non terra| ma peccato ed onta Guada gnera| per se tanto più grave| Quanto più lieve simil danno conta.
 
     
!" Ivi 25.
 
     
Seguentemente intesi : 0 buon Fabrizio| • Con povertà volesti anzi virtute| Che gran ricchezza posseder con vizio.
  
  
  
  
  
 
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