Omaggio a Dante Alighieri di
TEMPORALE DEL ROMANO PONTEFICI* 2 I Idella lancia di Giuda venne in Italia| per far meglio conoscere il suo malvagio animo e quello de'suoi. Da poiché egli| mandato da Bonifazio paciere a Firenze| ingannò e tradì la parte bianca data in ghibellino| che allora n'era il cuore| e fece di loro e della città ogni scempio 16. Metteva adunque differenza tra l'universale podestà d'un imperatore e la particolare del pontefice sopra il patrimonio di san Pietro; della quale essendosi in parte Filippo il Bello insignorito co'beni| che si tolse| ruppegli le lancio addosso da gagliardo paladino che era della detta podestà del Pontefice.
Vuoisi pure considerare che in questo canto ventesimo del purgatorio lodasi il buon Fabrizio| che amò anzi essere con virtù in povertà| che possedere grande ricchezza con vizio J7; imperocché rifiutò con magnanimo sdegno i tesori| onde Pirro voleva guadagnarselo; e poiché ebbe fatto in pace e in guerra prò grandissimo alla repubblica| lasciò morendo tanto povere le figliuole| che bisognò fossero campate a spese del comune. Commendasi adunque di povertà della sua famiglia che restò poverissima| avendola potuta far ricca; e la lode di tanto più cresce| di quanto egli più crebbe col senno e colla mano di lustro e signoria la repubblica ; e que'tempi erano| da Orazio ricordati| che i cittadini vivevano poveramente| e ricco era il comune. Sono poi tra gli altri vituperati di ladri Acam| che| essendosi contro il comandamento di Dio| impadronito d'una parte del bottino fatto in Gerico| fu lapidato per ordine di Giosuè ; e Satira e il marito Anania| che si tennero del prezzo d'un loro campo venduto| e volevano dare ad intendere a san Pietro che quello fosse tutto il loro avere| e ripresi dal principe degli apo-
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