Omaggio a Dante Alighieri di 
 
  
  
  
  
 
     
dante e lutero	1 4 3
 
     
mente nell'acqua a tuo rossore medesimo! Non devote a carità| non a giustizia| ma femmine sitibonde di sangue sono a te fatte le nuore: le quali| quai figli ti partoriscano| tranne il Lunense Pontefice| tutti gli altri ne son testimonio l. Anco i cardinali rampognò acremente| quasi sempre mosso dal vivo suo amore alla Chiesa| di cui non gli parve che in.tutto procurassero il bene; ed in ciò|
 
     
10	ripeto| potrà accusarsi di avere mal veduto| non mal pensato; ma che egli procedesse con norme ben diverse dall'eresiarca| lo dice quella lettera stessa ai cardinali| dove scusando| ma non negando il suo ardire| e tutto attribuendolo allo zelo| colloca se stesso tra gli ultimi cristiani : e chi è costui (voi forse indignati riprenderete)| e chi è costui| che non paventando l'improvviso supplicio di Oza| aWaltare| come che pericolante| distende lo mano? Certo che fra le pecorelle della greggia di Gesù Cristo| una delle minime io sono| ma certo che della pastorale autoritade io non abuso per nulla| conciossiacchè non siano meco ricchezze. Perciò non in grazia delle ricchezze| ma per la grazia divina io son quello che sono| e lo zelo della casa di Dio m'infiamma. Nella bocca infatti de lattanti e dei parvoli suonò già a Dio la placida verità| e
 
     
11	cieco nato la verità confessò| che i Farisei non tanto tacevano| ma che pur malignamente ritorcere si sforzavano. E più sotto con bella umiltà prosegue: non vogliate| o Padri| tener me per la fenice del mondo 2. V' è chi oppone: ma intanto l'Alighieri ha posto vescovi e cardinali all'inferno. E questo io pure in principio l'ho notato| ma che mai prova contro la presente questione? forse la divina giustizia ha eccettuati costoro dalle pene eter-
 
     
1	Epist. ai Cardinali Italiani.
 
     
2	Ivi.
  
  
  
  
  
 
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