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Il matrimonio con Gemma Donati

      Così dapprima lasciossi consolare da alcuna delle gentildonne di Fiorenza; poi troviamo ch'ei menò moglie, e s'accasò con una Donati, legata di consanguineità a quel Corso Donati, che era il più superbo e maneggiante tra i grandi di Fiorenza. Il nome di questa Gemma Donati, che pur gli partorì sette figliuoli, non s'incontra mai nelle opere di Dante; segno che a molti parve d'animo disamorato, e a molti di nobile riserbo e di gentilizia gravità; i quali ultimi notarono che né dei figli suoi Dante fece ricordo espresso; e avrebbero anche potuto notare, che vicino a Beatrice non poteva trovar luogo altra donna se non contentandosi del secondo posto.
      Onde il silenzio di Dante rispetto a Gemma poté venire da riverenza e da discrezione; se pure anzi allo stesso motivo non dobbiamo quella, quasi direbbesi, apostasia poetica, di cui Dante si fece reo nel Convito, dove si sforza di mostrare che lodando la donna sua egli aveva volto l'animo unicamente a celebrare la filosofia. Ma di ciò lo assolve assai sagacemente il Balbo, mostrando come Dante nel Convito non rinneghi Beatrice, sì bene un'altra donna, che, dopo la morte di lei, l'aveva tolto a consolare.
      E di aver cercato siffatte consolazioni Dante s'accusa più volte, sdegnandosi nobilmente seco stesso della sua levità, e pur nondimeno trovando gentili e convenienti parole per le consolatrici sue; del nome delle quali e dell'ordine cronologico fanno curiosa ricerca i commentatori e i biografi; e noi li lasceremo frugare.