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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
(2-4-1898). Con vent'anni nel core, / Pare un sogno la morte, /Eppur si more! - Eppur si muore, e la scienza, riesce impotente, vane le cure infinite, tenere, affettuosi di desolati genitori, inutili le preghiere, le lagrime, il dolore, gli Angioli l'hanno reclamata innanzi tempo! Povera Carolina De Camillis! Al ritorno della primavera, al novello saluto delle antiche rondini, si è spenta la tua cara giovinezza, infranta la tua soave bellezza accoppiata ad una bontà e candidezza tale d'animo, per cui come generale era per te l'affetto, la stima, unanime e sincero ne è stato ora il compianto. Chi, in men di otto giorni, ha troncato l'inno così sonante della tua balda esistenza? Dio che strazio!... non par vero, eppure, o povero fiore, tu già dormi laggiù sotto le pratoline e le margherite, il sonno eterno, l'oblio del mondo! Come lenire l'inenarrabile dolore dei Tuoi disgraziati, dell'amate sorelle, dei cari fratelli, specie di Nicolino che a forza di baci di singulti, di spasimi voleva richiamarti a quella vita, così immaturamente spezzata? Come consolarsi le tue maestre che per molti anni t'ebbero carissima e prediletta e del convitto, e della scuola; eri l'orgoglio,
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