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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
sacerdote, preside, Roma (3-11-1897). gli anni turbinosi i quali seguirono in Penne pe'l cambiamento de'l governo, il Dionisi seppe mantenere e Vescovo e Clero in posizione tale, da farli presto fraternizzare con i liberali de la città. Perciò cantava il Vescovo più d'una volta, il Te Deum in circostanze patriottiche, ed andò più tardi a Castellamare, in cappa magna, a benedire la ferrovia Castellamare Foggia, a la presenza di Vittorio Emanuele circondato dal suo stato maggiore; e perciò, mentre gli altri vescovi, come il nostro, prendevano la via dell'esilio, monsignor d'Alfonso, che pe'l Dionisi, aveva date così chiare prove de'l suo attaccamento a la causa della patria indipendenza, non era disturbato. Anzi, dopo la solennità di Castellamare, egli fu decorato de la commenda ed il suo Vicario ebbe la croce di S.S. Maurizio e Lazzaro. Il compito del Dionisi ne la forte capitale dei Vestini non ebbe termine che con la riforma degli studi nel seminario, di cui divenne rettore, ed in cui insegnò belle lettere. Il Governo non tardò ad avvalersi dell'opera sapiente de'l valoroso nostro comprovinciale, e nel 1868 lo nominò rettore de'l convitto di Chieti, dove rimase per oltre due lustri, confermandovi il bel nome che s'era
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