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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
baronessa, Napoli (17-2-1897). parlai a lungo con lei, in un ritrovo di beneficenza; e mi parlò di un libro, che aveva letto, un libro francese, di Iouberto, e lo aveva inteso così profondamente! Aveva, anche in quel giorno, un bel vestito: glielo dissi, io, ed ella sorrise benignamente. Poi, pian piano, con la sua aria un po' stanca, andò via, io facevo la stessa sua strada e la seguivo a poca distanza. Entrò in una chiesa: una chiesa qualunque, dove non vi era né messa, né altre funzioni: entrò, si mise su un cantone, pregò un poco, tutta sola e se ne andò col suo piccolo passo, con la sua figura signorile indimenticabile. E' morta e chi l'ha conosciuta, l'ha compresa, l'ha ammirata sinceramente e completamente serberà di lei un ricordo malinconico e gentile, un rimpianto mesto e tenero. Tali donne, ora, sono così rare! L'anima femminile è così mutata, così diversa, adesso! O noi, forse, ci siamo fermati e non sappiamo amare che quello che amammo, non sappiamo onorare e riverire che le donne come Maddalena de Riseis non sappiamo che benedire una creatura che ha portato tanta virtù, tanta grazia, tanta nobiltà sulla terra e che si è ricongiunta a Dio dopo le più crudeli sofferenze, piissimamente sopportate!" - Solenni sono state le esequie, prendendovi parte tutta l'alta nobiltà napoletana. Molte famiglie abruzzesi, i Municipii di Castellamare, Vasto, Scerni ecc. hanno inviato telegrammi e corone.
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