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(segue) Catore Camilla
Teramo (7-3-1896).

Religiosa, ma non bigotta, ebbe la religione come aiuto a svolgere il sentimento del bene che la educazione e la esperienza educavano e affinavano, e che non invocò quindi per giustificare i pretesi castighi di un Dio vendicatore, sentimento e credenza di popoli decadenti. Fu dunque donna "che tutto sacrificò che amò tanto, che molto compatì e non odiò mai". E questo insieme di doti e di sentimenti rese cara e venerata alla figliuola la persona e il nome della povera genitrice, quest'insieme di doti e di sentimenti rinnovò nel genero, nell'amico nostro, la imagine della madre sua, tanto che come madre la ritenne e l'amò. Fu dunque una donna virtuosa, di quelle donne che il Leopardi augurava alla patria. "Donne, da voi non poco / La patria aspetta". Ed è caduta sulla breccia, perché pochi dì fa era ancora in moto nella direzione delle faccende della casa, e sempre cortese di gentilezza italiana, ed oggi giace spenta da fiero malore. Ed è caduta con rassegnazione e coraggio eroico, col nome dei piccoli nipoti sulle labbra, cui augurò di essere forti e buoni cittadini, è caduta benedicendo al nome della figlia e del genero, cui auguriamo, a lenire il pungente dolore, che ne' figli

(segue...)


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