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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
docente universitario, deputato (8-12-1894). e al sorriso del suo cielo si sposa il sorriso della sua marina! Per molte impetuose vicende la lotta per la vita ti trasse ma non ruppe mai il truce volere, e non ti fece Né torcer collo né piegar tua costa. Né mirabil cosa!, la vanità con le pungenti ferite, valse a svolgere il tuo sguardo dal tuo pensiero e dall'opera tua a te stesso, e più ti colse dell'opera che della lode, e più ti piacque di sapere che d'esser saputo. Al dolore della tua famiglia scientifica si sposa quello della tua terra nativa, ed alle mie mani è affidato il compito pio di spargere per esse fiori sulla tua bara, ed alla mia povera lingua l'altro assai arduo, di esprimere quelli dinanzi alla tua salma orbata appena del tuo nobile spiro. Noi non ti dimenticheremo, o concittadino, o amico, o collega e maestro; non morrai tutto, la forma mentis che onorammo ed amammo in vita starà più salda del bronzo e del marmo negli animi nostri e dei nostri. E il tuo nome suonerà onorato così per le vecchie e nuove aule del nostro ateneo, come per le città della dolce terra nativa. In nome della patria, per cui sedesti quattro volte nell'assemblea legislativa, in nome dell'Università che reggesti fortiter et suaviter, e che fu la tua patria scientifica, io ti do, o amico, col cuore spezzato dell'amico l'ultimo addio!"
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