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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
docente universitario, deputato (8-12-1894). delle sue lotte, senza paura e senza macchia. Poiché anche la scienza, tuo primo e sempre giovane amore, tu coltivasti per la vita; e più della scoperta d'invidiati veri ti punse la cura che fossero partecipati e fecondi. E con questa tenacità, che l'aspra terra d'Abruzzo comunicò alla tua tempra, volesti, volesti e volesti, e l'Università ebbe per l'opera tua il suo Istituto di medicina legale. Nella linea diritta del tuo viso, nel lampo dello sguardo fermo e scrutatore, nella calma energia della parola, negli scatti subitanei dell'onesta coscienza si rispecchiavano la dirittura del tuo giudizio e l'anima sdegnosa, che due cose sommamente odiò, il falso e l'obbietto, e subordinò al culto del vero e dell'onesto ogni amore ed ogni riverenza di persona. E ti chiudesti in quegli amori; Altro più tenero e men severo, metteva la sua dolce nota nella bella armonia del tuo cuore, ma prevalse il ritmo severo della musica dorica, e il lato tenero e sentimentale dell'anima tua si effuse nell'amicizia, e circondò, come in calda atmosfera, la tua scuola ed i tuoi giovani. Così nel nostro patrio Abruzzo alla maestà delle ardue giogate risponde la dolcezza dei olivi ombrosi e dei verdi piani
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