[Elenco dei Nomi]

Tattoni Manrico
avvocato, politico, Bellante (13-12-1893).

Bellante 11 dicembre 1893 - Una morte, per quanto subitanea, altrettanto prematura, colpiva il giovane avvocato Manrico Tattoni giovedì, nelle ultime ore della notte, quando appunto era in procinto di andare a letto. Poco prima era riuscito dal Gabinetto di lettura, dove s'era trattenuto scherzando con una verve di allegria, come era solito, e punto presago del triste fatto che lo aspettava. Un'ora dopo, di quella giovane e balda esistenza, altro non restava che un freddo cadavere! L'infausta notizia si sparse in un baleno per tutta la borgata, e fu un accorrere generale delle famiglie di ogni ceto in casa Tattoni, dove avvenne la scena più straziante e commovente. Il povero padre cav. Battista, provato troppo duramente ai colpi della disgrazia, vaneggiava e delirava in preda ai parosismi del più acuto dolore. L'infelice madre e la gentile sorella non potevano distaccarsi dal cadavere del diletto figlio e fratello non ancora raffreddato, e si dovette usare la violenza per ridurle a più savii consiglio.. I parenti e gli amici, costernati allo spettacolo di sì immane sventura, erano muti, immobili, pietrificati, incapaci di saper trovare una parola di rassegnazione e di conforto. Quando giunsero i medici Di Pietrangelo e Iannetti, il povero Manrico non era più. Gioventù, coltura, ingegno, ricchezza, tutto era stato troncato dalla Parca crudele nel breve giro di pochi minuti! Manrico Tattoni lascia qui la più larga eredità di affetti. Restituitosi da poco tempo in famiglia, fu eletto nel passato luglio Consigliere Comunale. Nelle sedute di autunno la sua parola facile, simpatica, assennata, aveva dato una novella impronta al nostro Consiglio Comunale; e quando già la voce pubblica, senza nessuna distinzione, lo preconizzava Sindaco di questo Comune, Egli è scomparso, come una meteora, lasciando in erba tante utili proposte, e privando quest'Amministrazione del lume dei suoi consigli e delle relazioni che gli davano la sua posizione sociale, la sua larga parentela e le sue estese conseguenze. Insomma, Bellante ha fatto una gravissima perdita; ed anche l'Italia ha perduto in Lui un figlio devoto, perché era stoffa da sciogliere più largo volo, da illustrare la Patria col suo ingegno e da aspirare col tempo ai più alti onori dello Stato. Sia pace all'anima sua!



Ieri ebbero luogo le esequie in questa Chiesa Matrice che riuscirono solenni. Ci piace pertanto riportare le epigrafi dettate dal prof. Mezucelli maestro del povero morto. Sulla porta della Chiesa si leggeva: Qui oggi - congiunti cittadini amici - pregano pace - a Manrico Tattoni - rapito da morte improvvisa - a XXVIII anni - la notte del VII Dicembre - MDCCCXCIII. Intorno al feretro: 1. Fortificò l'ingegno con gli studi - l'animo con la virtù - pei duri elementi della vita - duratagli tanto quanto bastò - a mostrare qual sarebbe riuscito - nell'ora della prova. 2. Languori di lento male - non affievolirono non sfecero la vigorosa persona - la morte lo strappò dal mondo - come il turbine schianta l'albero - che non piega al suo infuriare. 3. A Bologna a Roma a Napoli - ebbe affetto e stima - da maestri e compagni - per necessità di famiglia ritirato a Bellante - negli agi del domestico censo - avrebbe rinnovato l'esempio mai raro - di chi non vive degli studi, ma sol per gli studi. 4. Pei desolati parenti - che si videro sparire come in un baleno - l'un dopo l'altro due figli già maturi - a cogliere i frutti di eletta educazione - è muta di conforto ogni parola umana - la sola fede nelle promesse celesti - può rendere rassegnato il dolore - eredità di chi pellegrina quaggiù. Alle ore 14 la salma del compianto estinto, deposta sopra il carro funebre, fu accompagnata all'ultima dimora. Il corteo misurava, senza esagerazione, mezzo chilometro di lunghezza, e procedeva nell'ordine seguente; confraternite religiose, stuolo di contadini con ceri accesi, concerto musicale, scuole elementari, congrega di carità, società operaia, carro funebre, municipio, parenti, avvocatura, seguito da tutta la popolazione del borgo e del contado. I cordoni della bara erano tenuti dagli avvocati Rocco e De Marco F. per conto del Foro teramano; da Romagna, Di Antonio, Spera e Gialluca per conto del Municipio. Sul feretro furono deposte oltre 20 eleganti e ricche corone. Il prof. Masci rettore dell'Università di Napoli cognato dell'estinto, seguiva il feretro. Al cimitero, con parola calda, appassionata, commossa, ricordò brevemente i pregi del giovane estinto il suo collega avvocato Rocco, cui tennero dietro il nostro bravo medico condotto e l'avvocato Mariani. L'ultimo addio gli venne dato a nome del Municipio dal Sindaco ff. Beniamino di Antonio. - Ecco il discorso pronunciato sulla tomba del Tattoni dal nostro amico avv. Rocco. "Signori! I sacerdoti di Dio poco fa rompevano con la preghiera il vostro silenzio e il vostro pianto. A me manca il piano e la preghiera, e, se non fosse la muta costernazione di quest'ora straziante e solenne, io proromperei in una protesta forse audace ed empia, ma santamente audace, elevatamente empia. Vorrei chiedere a chi tutto può, è giusto serbare tutti i tuoi fulmini solo per una famiglia, solo per abbattere ad una ad una le vergini querce nell'atto che ergono e spandono i robusti rami della speranza e della fede umana? Ma il fremito della ria parola si acquieta e tace innanzi a te, o nobile e gentile caduto, o mio Manrico. E tu perdona se invece di dirti pace osai maledire al destino, che con truce violenza, ti strappò all'amplesso insaziato dei tuoi, all'affetto degli amici, alla cosciente devozione ed ammirazione di questa tua terra nativa. Ecco sento ripetermi "Muor giovane colui che al cielo è caro". Sento uno scricchiolar di ossa, sento l'accento arcano d'una voce armoniosa che dice vieni, fratello: non starò più solo: vieni, congiunti insieme, insieme abbracciati canteremo l'inno degli immortali alla virtù, che non muore, mentre la nostra cetra avrà sempre un palpito soavemente memore per color che lasciammo senza conforto sulla terra. Cittadini, cogliete di quest'inno la nota più bella, delicata, ed umana - essa vi dice "abbiate pietà di Battista ed Elisa Tattoni, amateli per le loro stesse sventure". Ed ora fate largo, inchinatevi e lasciate passare il giovine e baldo viaggiatore dell'eternità, ripetendogli "sii per sempre benedetto: addio!". (N.U.) [appr.]

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