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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
Corropoli (5-7-1893). bambine; ricordami a loro, spesso. E tu pure non mi scordare. Sappi, che, anche nel pensiero, io sono stata sempre degna dell'amor tuo. Addio". Non aggiunse altro. E poiché s'era accorta che tutte le cure dell'arte salutare erano impotenti a vincere la terribile malattia, che l'aveva presa, tornò tranquilla, serena, rassegnata ad attendere la morte. Povero amico mio! L'altra sera, dopo che tu fosti colpito da così terribile sventura, non fui buono - come non lo furono tanti altri amici tuoi - a rivolgerti una parola di conforto: intendevamo il tuo dolore. Ti dico ora: Coraggio!! Coraggio per le tue care bambine, che non hanno più madre. Pensa, sempre, che quell'anima benedetta, di tua moglie ti ha lasciato sé stessa in quei tre pegni d'amore. Non vedi infatti che in esse rivive la tua Adele? Domina quindi il tuo dolore. Un dì esse ti faranno esclamare, con orgoglio: Son degne della loro mamma! Tu puoi consolarti, devi consolarti sapendo quanto balsamo deve spargere sulla tua ferita il sentire d'aver adempiuto a tutti i doveri di marito affettuoso; tu puoi consolarti, devi consolarti, sapendo che la tua Adele lassù nel Cielo prega per te, per le tue bambine; che essa sente; che
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