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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
orafo, Teramo (8-10-1892). Tossicia, da Teramo e da altri paesi limitrofi, nonché quasi tutti gli abitanti della villa; in ognuno leggevasi l'impronta del più vivo dolore; spesso scoppi di pianto a stento trattenuti, singhiozzi malrepressi venivano ad accrescere il lutto di quella mesta dimostrazione resa al giovine tanto amato, di cui si compiange l'immatura perdita. Nel camposanto furono dette commoventi parole da un amico, il quale ricordò le buone qualità dell'estinto, imprecando alla morte spietata che nel fiore degli anni ne troncava la cara esistenza. Povero Leucio! giovane di miti costumi, devoto verso la famiglia, che tanto l'amava, affezionato al lavoro, a cui si sagrificava giornate intere, seppe con una costanza meritevole di ogni lode farsi un bel posto tra i cultori dell'arte sua. In Napoli (dove molto lavorò per apprendere bene l'arte di Fabbricante gioielliere), divenne maestro conosciuto ed apprezzato, tanto da avere copiose commissioni colà e fuori da meritare un premio in quella Esposizione artistico-industriale. In Teramo, (nell'Esposizione provinciale del 1883) dove coi bravi fratelli apriva più tardi un negozio-laboratorio, oggi tanto ammirato per eleganza e per squisitezza di lavori, ebbe
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