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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
letterato, insegnante, Atri (14-9-1892). servì per sollevare il povero e volle, anche malato, dare esempio di attaccamento allo studio ed al lavoro. I molti suoi studenti di Napoli, di Firenze e di Alessandria assieme a quelli di Atri, ne rimpiangeranno per parecchio tempo ancora la dolorosa perdita. Quest'ingegno così poderoso non dovea sì presto morire, ed Atri meritamente in questi giorni ha pianto l'uomo che alla mente vastissima accoppiava il più nobile cuore. Il 7 corrente solenni furono le onoranze funebri rese alla spoglia mortale del compianto Concittadino, e tutta Atri vi prese parte, dalla rappresentanza Municipale alla intera Società Operaia, della quale egli era Presidente Onorario. Questo sodalizio anzi ha deliberato lo scovrimento di una lapide commemorativa per ricordare le preclare virtù di lui. Il funebre corteo fu imponente per l'immenso popolo accorso, mentre a segno di lutto dal Municipio sventolava la bandiera a mezz'asta, e tutti i negozii eran chiusi. Al cimitero diedero l'estremo vale alle spoglie mortali di un tant'uomo, il sig. V. Mandocchi pel Municipio, il Dottor Bindi per la Società Operaia e l'Avv. Quintilii, i quali dissero i rari pregi del Cherubini, di cui lesse l'elogio in Chiesa il Canonico Prof. Di Marco. Quanti lo conobbero ed i suoi concittadini tutti non lo dimenticheranno giammai. (Saverio Mattucci) [appr. 7-9-1892] [appr. 21-9-1892]
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