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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
medico, insegnante, patriota, Roma (23-4-1892). ferocemente dal Governo borbonico. Egli ben sapeva che alla fine questa persecuzione sarebbe andata a finire col carcere o coll'esilio. Egli ben sapeva che presto o tardi avrebbe dovuto abbandonare la famiglia, che pure aveva gran bisogno del suo sostegno; ma non pericolò: rimase tetragono alle persecuzioni e incrollabile nella fede per la libertà d'Italia. E quando processato, si vide aperte le porte del carcere, prese la via dell'esilio, e riparò in Liguria. Ebbe la condotta medica di un Comune di quella regione, e collo stipendio che ne riceveva poté campare la vita e provvedere in parte all'educazione dei suoi due cari figli, ch'egli aveva dovuto abbandonare, e che facevano allora gli studii secondarii. Nel 1860 tornò tra noi a riabbracciare i suoi cari, a rivedere la terra natia; e poco di poi recossi a Napoli dove ebbe la cattedra di Patologia generale e di Anatomia patologica presso la R. Scuola Veterinaria. V'insegnò per 20 anni, e gli alunni lo amarono sempre, più come padre che come professore. Fece parte di tutt'i Congressi veterinarii, e pubblicò parecchi pregiati opuscoli intorno alla scienza che insegnava. Ritiratosi dall'insegnamento, andossene a stare per
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