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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
insegnante, Teramo (16-3-1892). Società (R. e franchi tiratori, e giovanile schermistica) alle quali apparteneva il compianto nostro amico; la spontaneità di quelle commoventi onoranze attestò il grande amore che la cittadinanza nutriva per il giovine roso da indomabile malattia, sopportata sino alla fine con fortezza di libero pensatore, ma fu anche un attestato, significante per i desolati genitori, dei quali nessuno può dimenticare, non ostante le traversie odierne, la generosità antica, l'affetto ai poveri, il culto per la grandezza del paese, che il povero Achille ha servito lungamente. Alle 4 pom. una gran folla, in cui tutte le classi cittadine erano largamente rappresentate, si riversava nella chiesa di S. Antonio da Padova dove la salma poggiava, su di un ricco catafalco, circondato da molti ceri. Il corteo, ordinato dalle società invitanti, fu numeroso e mesto. Le nappe del feretro erano tenute per ordine di precedenza dai sigg. presidente del tribunale e procuratore del re, rappresentanti del Consiglio dell'ordine e del Consiglio di disciplina, e rappresentanti delle Scuole secondarie della città. Dietro al feretro, venivano tutte le autorità e rappresentanze, a cominciare dal prefetto della provincia,
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