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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
insegnante, Teramo (16-3-1892). Pare che la natura, alle volte, quasi a sfoggio della sua potenza, si diletti a distruggere le più belle creazioni uscite dalla sua mano. E' il caso di Ugo Ginaldi, morto il 12 corrente a 25 anni, nella pienezza della intelligenza che si mantenne forte, vivace, limpida fino agli ultimi istanti, quando già il corpo era, può dirsi, interamente distrutto dalla violenza del morbo. Da fanciullo ebbe la memoria, la mente, lo spirito di un uomo adulto: parea a tutti un miracolo e tutti si domandavano a che sarebbe riuscito quel bimbo che cominciava di là dove pochi finiscono. Ma eccolo d'improvviso colpito da un primo e terribile assalto di crudele morbo. Per poco in quell'aspra battaglia non andò perduta la sua vita; certo ne parve compromessa la sua intelligenza. Ma poi, mercé la volontà tenacissima del povero giovanotto, che a palmo a palmo costrinse la natura a restituirgli i doni di cui avea tentato di privarlo, essa ritornò quella di prima. E così egli ridivenne l'onore delle scuole, dal Ginnasio all'Università, dove fu sempre il primo, e la speranza de' genitori che commossi e giubilanti, assistevano alla risurrezione dello spirito dell'adorato
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