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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
patriota, prefetto, Castellamare A. (3-7-1889) l fatto d'arme compiuto da Garibaldi nell'isola iniziatrice tocca all'epopea, č la consumazione del desiderio de' secoli italici, č la idea rivoluzionaria del tempo, č la lenta cospirazione degli anni, č il gran lavoro nazionale sciolto in quella isola fortunata, fortezza naturale fra Europa, Africa ed Asia Minore, chiave del Mediterraneo ed Adriatico. Io ti saluto, isola altrice di nobili destini, sacra al sole, ove spigō il grano non seminato, e senza studio di aratro, dove si coronano il voto di Dante, i sospiri di Petrarca e le meditazioni di Macchiavelli, l'ira nazionale di Ariosto, le aspirazioni delle lettere italiche, il pensiero degli Svevi, degli Scaligeri, di Gian Galeazzo Visconti, di re Ladislao, de' principi Sabaudi, ove si coronano infine le aspirazioni di tutti i liberali, le fatiche guerresche di Garibaldi, e l'unitā della patria nostra: io ti saluto riverente, isola avventurosa. - Mentre Garibaldi trionfante dalla Sicilia entra nella Cittā di Vico con la camica rossa ed il fazzoletto, svolazzante al collo, il comm. Mezzoprete, giā segretario generale del governo provvisorio in Teramo, prepara e raccoglie il plebiscito del nostro Abruzzo. Da quest'epoca comincia
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