LE REGINE DEL GOSSIP

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Vanna Marchi



Marchi Vanna (Castel Guelfo di Bologna 2 settembre 1942) personaggio televisivo italiano. Dopo la scuola elementare e la perdita dei genitori iniziò a lavorare come estetista. Divenne poi una commerciante specializzata nel settore della televendita attività che unitamente ad alcune sue peculiari modalità comunicative le ha conferito una certa notorietà. La Marchi è stata condannata a dieci anni di reclusione per bancarotta fraudolenta per truffa aggravata e associazione per delinquere finalizzata alla truffa a seguito di trasmissioni televisive in cui si raggiravano alcuni telespettatori. Iniziò a lavorare come estetista poi a partire dagli anni '80 la Marchi si fece notare per una chiassosa televendita di prodotti dimagranti basati su estratti di alghe con cui grazie anche al suo stile particolare ebbe grande successo. Durante le sue televendite Vanna Marchi ha sempre usato un tono di voce molto alto e stridulo insieme ad una gestualità molto appariscente ed incisiva uno stile che l'ha resa inconfondibile tanto che qualcuno l'ha soprannominata la "regina delle televendite" e "teleimbonitrice". È rimasto impresso a molti l'urlo che utilizzava in tutte le sue trasmissioni per ottenere il tacito assenso dei telespettatori: "D'accordo?". Intorno al 1990 fu arrestata per concorso in bancarotta. Fallita pochi mesi dopo anche come imprenditrice individuale riprese successivamente l'attività televisiva come dipendente del Marchese Capra de Carré. Da questo momento in poi al settore cosmetico viene ad affiancarsi quello esoterico. Al 1996 risale la costituzione della società Ascié Srl di Milano tra i cui soci figuravano la figlia Stefania Nobile e Mario Pacheco Do Nascimento. Il 27 novembre 2001 fece molto scalpore uno scoop della trasmissione Striscia la Notizia a proposito di una serie di truffe che la vedeva coinvolta al fianco della figlia e del sedicente mago Mario Pacheco Do Nascimento quale presentatrice di una vendita televisiva di numeri fortunati per il gioco del lotto talismani amuleti e kit contro le influenze maligne (Rito del sale del desiderio del danaro del corallo ecc). Si scoprì infatti che la Asciè Srl aveva indotto (grazie a questa pubblicità) un rilevante numero di persone a pagare ingenti quantitativi di denaro in cambio di bustine di sale da cucina rametti di edera e altri oggetti la cui funzione avrebbe dovuto essere quella di scacciare il malocchio. Il materiale doveva utilizzarsi secondo "procedure rituali" ed in caso di fallimento di queste (se il sale non si fosse sciolto cosa che per dei limiti di solubilità non poteva accadere) si sarebbe acclarata la presenza del malocchio; la società stessa avrebbe quindi provveduto a fornire gli opportuni rimedi a pagamento. Il caso fu denunciato sei anni prima di "Striscia" da Telefono Antiplagio ma le autorità (pur informate) non si mossero: unica eccezione l'Antitrust che sanzionò Wanna Marchi e soci per pubblicità ingannevole. Il servizio realizzato da Striscia la Notizia grazie alla collaborazione di una donna che finse di essere interessata ai prodotti ed al servizio forniti dalla società si valse di filmati realizzati con telecamere nascoste e registrazioni telefoniche per mostrare la condotta della società della Marchi la cui figlia Stefania Nobile fu udita minacciare (in realtà semplicemente malaugurare:"le auguro tutto il male del mondo") la finta cliente prospettando disgrazie nel caso in cui non fossero stati presi provvedimenti contro il malocchio. La vicenda divenne subito clamorosa per l'ampio sfruttamento della credulità popolare. In particolare i metodi della società della Marchi sono stati considerati truffa perché: i numeri del lotto erano promessi come "personalizzati" per il cliente (al quale si richiedeva un esborso) nonostante che se questi numeri fossero stati vincenti sarebbero ovviamente stati gli stessi per tutti i clienti; il cloruro di sodio (il comune sale da cucina) come tutti i sali ha un limite di solubilità in acqua. Se l'acqua è salata oltre un certo limite non è più in grado di sciogliere il sale che rimane depositato sul fondo del recipiente. i rametti d'edera erano recisi da una pianta nel cortile degli uffici societari. A seguito dello scandalo il Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha avviato con l'Autorità Giudiziaria un'indagine per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed all'estorsione (quest'ultimo reato successivamente derubricato a truffa aggravata) indagine che ha prodotto il rinvio a giudizio di Wanna Marchi della figlia Stefania Nobile e di altri collaboratori. Il 3 aprile 2006 Vanna Marchi e la figlia Stefania Nobile sono state condannate a due anni e sei mesi di reclusione nel processo-bis per truffa aggravata davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Milano: le due donne e gli altri imputati sono stati inoltre condannati a risarcire alcune delle vittime delle truffe per un ammontare di quasi 40.000 euro. Il 9 maggio dello stesso anno la Marchi il suo convivente Francesco Campana e la figlia furono nuovamente condannati in primo grado dal Tribunale di Milano (stavolta per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata) con condanne rispettivamente di 10 4 e 10 anni e al risarcimento delle vittime (oltre 2 milioni di euro). Risarcimento reso in buona parte possibile dal sequestro di varie proprietà immobiliari intestate alla figlia Stefania Nobile. Vanna Marchi risulta nullatenente. Francesco Campana in particolare fu considerato coinvolto in quanto autore del sistema informatico utilizzato dalla Ascié Srl. Mario Pacheco do Nascimento partito per il Brasile appena prima del suo probabile arresto era stato condannato con rito abbreviato a 4 anni Menoncello aveva patteggiato per 2 anni e 6 mesi. Agli arresti domiciliari nell' aprile 2006 le Marchi aprirono un videoblog intitolato "tutta la verità" (questo il nome del videoblog); il sito fu chiuso dalle stesse Marchi dopo sei mesi. Lo spazio web del sito venne in seguito gestito dal ragazzo Giorgio Lombardi ma dopo alcuni mesi venne chiuso la Marchi afferma per ragioni di opportinità in attesa degli sviluppi del processo. In attesa del processo d'appello fissato per gennaio 2008 Vanna Marchi è tornata la lavoro nel settore da cui era partita. Dirige infatti un centro wellness e bellezza a Carpi in provincia di Modena. Ho deciso di tornare al lavoro dopo cinque anni occupandomi di quello che so fare - ha dichiarato di recente all'agenzia Ansa - Il contatto con i responsabili del centro carpigiano è nato quasi per caso e adesso sono qui vulcanica come sempre pronta a mettere la mia esperienza al servizio della bellezza. Il 27 marzo 2008 è arrivata la sentenza del processo d'appello che ha ridotto la somma delle due condanne inferte a 9 anni e 6 mesi per la signora Vanna Marchi a 9 anni 4 mesi e 9 giorni per la figlia Stefania e a 3 anni 1 mese e 20 giorni quella comminata a Francesco Campana il convivente. La sentenza di Cassazione è attesa per la fine di ottobre 2008. Il 4 giugno 2008 Vanna Marchi e la figlia Stefania Nobile sono state arrestate dagli agenti della squadra Mobile di Milano in esecuzione di una misura cautelare emessa dalla quarta sezione penale della Corte d’Appello di Milano. Nel provvedimento si fa riferimento alla possibilità di «reiterazione di condotte di reato» e alla «ragionevole probabilità di espatrio delle due donne». Dopo alcuni giorni sono state rilasciate. Attualmente Vanna Marchi è vista servire ai tavoli del bar del fidanzato della figlia Stefania in Via Napo Torriani a Milano intrattenendo clienti. A quanto di vocifera i prezzi particolarmente alti praticati soprattutto per gli assenzi si giustificano per via di una speciale benedizione impartita dal Grande Maestro di Vita Mario Pacheco Do Nascimento tuttora latitante. La vicenda di Vanna Marchi è stata ripercorsa in una fiction per la televisione da una emittente del Giappone. Le tappe del suo percorso artistico e umano - da quando svolgeva attività di pettinatrice fino ai clamori suscitati dal suo ruolo di imbonitrice televisiva - sono state ripercorse attraverso una ricostruzione effettuata con attori e sulla base delle notizie giornalistiche che l'hanno riguardata negli ultimi anni. Vanna Marchi firmò anche un 45 giri demenziale dal titolo "D'accordo?" in cui pronuncia frasi insensate con il suo tipico stile di urlatrice. Dalla vicenda di Wanna Marchi è stato tratto un musical dal titolo "Teletruffa alla crema". Per la popolarità raggiunta Vanna Marchi è stata nel 1990 anche attrice minore del celebre sceneggiato I Promessi Sposi del trio comico Lopez Marchesini Solenghi. Nel 1998 ha recitato nel film di Alfredo Arciero “Dio c’è” con Riccardo Rossi Chiara Noschese e Roberto Benvenuti.