Benito Mussolini
Vita di Arnaldo


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     Codicillo

     Oggi dieci dicembre 930 (novecento trenta) rileggendo le mie disposizioni testamentarie non ò ragioni di sostanziali modifiche. La morte di Sandrino adorabile mi dà un'angoscia disperata. Egli deve essere vicino alle mie spoglie mortali come ò alta fede che Egli sarà vicino a me nei regni di Dio. La sua parte di beni ò disposto che sia distribuita in opere buone. Si continui a far rivivere la sua santa memoria in opere di bene. Rifiorisca sempre il suo nome e la sua santa memoria.
     Dio ci assista.
     Arnaldo Mussolini.

     

Congedo

     Giunto alla fine, riletto quanto io scrissi, odo una voce che mi domanda: — Volete, forse, mettere Arnaldo Mussolini nel Pantheon che la Patria destina agli Immortali?
     No.
     Il poggio aspro — sino a ieri quasi irraggiungibile — di Paderno non è il Pantheon. Nel suo testamento, Arnaldo ha dato la misura di se stesso. E se le sue volontà non furono rispettate integralmente, la causa è da ricercarsi in un moto spontaneo di popolo, che sarebbe stato estremamente penoso di respingere o di umiliare. «Non lunghi cortei — egli ha lasciato detto —. Non lunghi necrologi».
     Interpretando il suo spirito, io so ch'egli sarebbe il primo a protestare, se qualcuno volesse elevarlo ai fastigi degli eroi, dei profeti o dei santi. Forse un po' di santità egli raggiunse attraverso il lungo dolore. Ma gli Italiani, e non solo i fascisti, lo onorano e lo ricorderanno perché fu «qualcuno», perché nella sua opera di giornalista e di scrittore servì egregiamente il Regime e la Patria, perché non ebbe ambizioni, né si giovò del nome per rapidamente salire; ma fu il lavoro, la fede e l'obbedienza all'idea che lo portarono a poco a poco in alto, fra le figure di primo piano del Regime. Per la sua morte io ho sofferto e soffrirò a lungo: come quelle del corpo, le mutilazioni dello spirito sono irreparabili. Il dolore per la dipartita di Arnaldo, io lo sento come un fuoco segreto, che sempre mi accompagnerà: fuoco alimentatore della mia volontà e della mia fede. Porterò il fardello anche per lui, perché tutta la sua fatica, la sua passione, il suo dolore non vadano dispersi: perché la sua memoria sia onorata; perché gli ideali nei quali credette, trionfino e durino, anche e soprattutto al di là della mia vita.