Benito Mussolini
Vita di Arnaldo


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     O Baldissera
     Non ti fidar di quella gente nera!
     O Menelicche
     Le palle son di piombo e non pasticche!


     Ma giungevano anche le canzoni sbocciate da fatti di sangue che avevano commosso il popolo. Queste canzoni, quasi sempre sullo stesso motivo, venivano cantate a voce spiegata nei mercati del lunedì a Forlì, del martedì a Meldola, del giovedì a Forlimpopoli, del sabato a Cesena, e imparate e diffuse nei villaggi. Una di queste, riferentesi a un omicidio per gelosia avvenuto a Forlì, cominciava:

     Era nel borgo di Ravaldino
     Dove abitava il povero Guglielmo.


     Guglielmo Vasi, barbiere, ucciso con una coltellata, sulla porta della bottega, da un rivale in amore. Arnaldo ed io cantavamo queste canzoni. Entrambi sentivamo fortemente la musica. Ci piaceva ballare. Anche le bambine dell'età nostra ci piacevano e spesso dopo le sagre campagnole delle nostre parrocchie tornavamo a casa con loro, ma anche in questo campo, Arnaldo, non aveva le mie impetuosità: egli era più timoroso e delicato. Ancora a Predappio Vecchia è ricordata la sua grande e pura passione di adolescente per una giovinetta, che mori di male sottile. Arnaldo ne soffrì immensamente. Il giorno in cui la Pia fu portata — seguita da un lungo corteo di bianco-vestite fanciulle — al Cimitero, Arnaldo fu visto aggirarsi sulle alture, fra i casolari di Palareto e delle Sode, piangendo e disperato, come se ogni ragione di vita gli fosse mancata. Ci sono delle donne a Predappio Vecchia che, al ricordo, si commuovono ancora.