Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Obiettivamente parlando si può oramai affermare che non v'è proporzione fra il delitto perpetrato da una minoranza e il castigo, a meno che i nemici non vogliano punire tutto il popolo italiano, più per le sue virtù che per i suoi errori. Forse il mondo non gli perdonerebbe di avere in questi ultimi anni tentato di risolvere il problema della sua esistenza? Ebbene, è questo il momento in cui deve maturare nel popolo l'anelito della ripresa; e imporsi come parola d'ordine l'antica: "fare da se".
     A poco a poco l'Italia tornerà ad essere una "Potenza". Ciò che si è fatto in questo periodo dopo la capitolazione, tra difficoltà inaudite, è la necessaria premessa. Prima della guerra il concetto di "grande Potenza" era di carattere demografico-militare. Le "grandi Potenze" erano gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Giappone, la Germania, la Russia, la Francia, l'Italia. La guerra attuale produrrà uno spostamento in questa gerarchia. La Gran Bretagna, ad esempio, è destinata a diventare una Potenza di secondo ordine, di fronte alla rivelazione della potenza russa e di quella americana. Se il criterio militare continuerà ad essere l'elemento determinante per stabilire la maggiore o minore potenza di un popolo, l'Italia anche dopo la vittoria avrà dinanzi a sé un periodo lungo di crisi, similmente a tutti i popoli, superato il quale, tornerà ad essere una Potenza continentale e mediterranea: europea e africana. E quindi una grande potenza. Essa tornerà a battere le strade millenarie di un mare nel quale è immersa e dal quale trasse e trarrà, nel travaglio pacifico delle generazioni future, le fonti della sua vita e della sua rinnovata creatrice grandezza.