Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     All'inizio della guerra attuale, la Maestà del Re e Imperatore, in data 11 giugno 1940-XVIII, ha diretto, dalla zona delle operazioni, ai soldati di terra, di mare e dell'aria, il seguente proclama:

     «SOLDATI DI TERRA, DI MARE E DELL'ARIA,
     «Capo Supremo di tutte le Forze di terra, di mare e dell'aria, seguendo i miei sentimenti e le tradizioni della mia Casa, come venticinque anni or sono, ritorno tra voi.
     «Affido al Capo del Governo, DUCE del Fascismo, Primo Maresciallo dell'Impero, il comando delle truppe operanti su tutte le fronti.
     «Il mio primo pensiero vi raggiunge mentre, con me dividendo l'attaccamento profondo e la dedizione completa alla nostra Patria immortale, vi accingete ad affrontare, insieme con la Germania alleata, nuove difficili prove con fede incrollabile di superarle.
     «SOLDATI DI TERRA, DI MARE E DELL'ARIA,
     «Unito a voi come non mai, sono sicuro che il vostro valore ed il patriottismo del popolo italiano sapranno ancora una volta assicurare la vittoria alle nostre armi gloriose.
     «Zona di operazioni, 11 giugno 1940-XVIII.
     VITTORIO EMANUELE». (Stefani).

     Detto proclama, che è uno dei mezzi di manifestazione della volontà del Capo dello Stato, costituisce l'unico atto con il quale la Maestà del Re e Imperatore ha attribuito al Capo del Governo, DUCE del Fascismo, Primo Maresciallo dell'Impero, il comando delle truppe operanti su tutti i fronti.
     Alla stregua degli atti di cui sopra, la situazione venuta a risultare è la seguente:
     Il Re, in virtù della norma statutaria anzidetta, ribadita nella prima parte del Suo proclama lì ove dice che «Capo Supremo di tutte le Forze di terra, di mare e dell'aria» torna fra i soldati come venticinque anni or sono, è il comandante supremo di tutte le Forze Armate.