Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Nell'Esercito vi era un'arma che aveva sopra tutte carattere esclusivamente dinastico: l'arma dei carabinieri. Era questa l'arma del re. Anche qui il Fascismo cercò di organizzare una polizia che desse garanzie dal punto di vista politico e vi aggiunse un'organizzazione segreta: l'Opra.
     Ma la dinastia aveva anch'essa una sua polizia e un servizio di informazioni dall'interno che nelle provincie veniva assolto da vecchi funzionari — civili o militari — collocati in pensione. Che la monarchia avesse, oltre a quella del Governo, una sua diplomazia, è certo: non solo attraverso i diplomatici che si recavano sempre a conferire al Quirinale quando tornavano a Roma, ma anche attraverso le parentele delle famiglie principesche o reali o attraverso quella che una volta era la assai numerosa e potente "internazionale" dei re, oggi ridotta a un circolo di poche larve spettrali.
     Nessun dubbio che il corpo di stato maggiore dell'Esercito fosse soprattutto "regio"; esso formava una specie di casta molto circoscritta se non completamente chiusa, sulla quale la dinastia faceva assegnamento in modo assoluto. Se la Camera appariva un'emanazione dei Partito e rappresentante specifica del Regime, il Senato sottolineava invece il suo lealismo dinastico, e per il fatto della nomina regia e per la sua stessa composizione. Il numero dei generali, degli ammiragli, dei nominati per censo era sempre imponente. Il Senato costituiva quindi, più che una forza materiale, una riserva politico-morale in favore della dinastia.