Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


Pagina 102 di 192       

%


     Ma gli Italiani non perdonarono mai a Napoleone, la cui statua rimase per decenni e decenni nel cortile del Senato a Milano, abbandonata come un rudere senza valore!
     Dal punto di vista materiale la prigionia di Mussolini non fu affatto dura, salvo alla Maddalena, date la naturale povertà dell'isola e le generali difficoltà. Anche il trattamento da parte degli ufficiali e dei militi fu sempre molto riguardoso. Ma dai primi di settembre le "facilità" aumentarono. Egli consumava sempre solo i suoi pasti, ma alla sera poteva ascoltare la radio, ricevere qualche giornale e giocare a carte coi funzionari di guardia. Tutto ciò cominciava ad essere sospetto. Questo trattamento migliore non ricordava quello che si riserva ai condannati alla pena capitale?
     Le voci che giungevano dall'Aquila erano sempre più confuse. I "bollettini" di guerra denunciavano chiaro che oramai si trattava di una guerra-simulacro.
     Il primo settembre il Papa pronunciò un discorso che fu ascoltato anche da Mussolini: il tono accesamente pacifista di quella orazione radiodiffusa in quella data faceva parte della preparazione spirituale all'evento che ormai era giunto a conclusione. All'Albergo-rifugio tutto procedeva tranquillamente. Il prigioniero usciva dall'edificio soltanto nelle prime ore pomeridiane e non si allontanava che di poche decine di metri, sempre accompagnato da un sottufficiale. Una mattina furono postate delle mitragliatrici ai lati della porta d'ingresso. Un'altra mattina fu eseguita una esercitazione con mitragliatrici pesanti sulle alture vicine.