Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     II. Ordine del giorno Farinacci. — Il Gran Consiglio del Fascismo, udita la situazione interna ed internazionale e la condotta politico-militare della guerra sui fronti dell'Asse, rivolge il suo fiero e riconoscente saluto alle eroiche Forze Armate italiane e a quelle alleate, unite nello sforzo e nel sacrificio per la difesa della civiltà europea, alle genti della Sicilia invasa, oggi più che mai vicina al cuore delle altre genti, alle masse lavoratrici dell'industria e dell'agricoltura che potenziano col lavoro la Patria in armi, alle Camicie Nere ed ai Fascisti di tutta Italia che si serrano nei ranghi con la immutata fedeltà al Regime;
     afferma: il dovere sacro per tutti gli Italiani di difendere fino all'estremo il sacro suolo della Patria, rimanendo fermi nell'osservanza delle alleanze concluse;
     dichiara che a tale scopo è necessario e urgente il ripristino integrale di tutte le funzioni statali, attribuendo al Re, al Gran Consiglio, al Governo, al Parlamento, al Partito, alle Corporazioni i compiti e le responsabilità stabilite dal nostro Statuto e dalla nostra legislazione;
     invita il Capo del Governo a chiedere alla Maestà del Re, verso il quale si rivolge fedele e fiducioso il cuore di tutta la Nazione, perché voglia assumere l'effettivo comando di tutte le Forze Armate e dimostrare così al mondo intero che tutto il popolo combatte serrato ai suoi ordini, per la salvezza e la dignità d'Italia.
     FARINACCI

     III. Ordine del giorno Scorza. — Il Gran Consiglio del Fascismo, convocato mentre il nemico — imbaldanzito dai successi e reso tracotante dalle sue ricchezze — calpesta la terra di Sicilia e dal cielo e dal mare minaccia la Penisola;