Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     «A questo punto debbo con tutta lealtà rappresentar Vi che quest'ultima premessa essenziale non si è realizzata in quantochè il nuovo Comandante non ha richiesto a me nulla di diverso di quanto non abbia richiesto agli altri Comandanti di Corpo d'Armata giunti dall'Italia.
     «A ciò debbo aggiungere che è venuta anche a mancare la ragione sentimentale di attaccamento al vecchio "Csir" perché, per esigenze operative, delle antiche divisioni che lo componevano è rimasta con me la sola "Pasubio". Ma anche quest'ultima reliquia del Corpo di Spedizione dovrà essere avvicendata nei suoi elementi più anziani, in modo che del vecchio "Csir" non rimarrà che il nome glorioso e il ricordo.
     «Stando così le cose, permettetemi, Duce, di sottoporre alla vostra alta considerazione l'opportunità del mio rimpatrio non appena ultimata la battaglia in corso che interessa soprattutto il mio settore, perché possiate impiegarmi ove meglio vi piacerà, ma dove io possa continuare a dare tutto quello che è nelle mie forze e nella mia indomabile passione. Voi sapete che io ho una sola ambizione: servire da soldato l'Italia fascista e Voi, che ne siete il Grande Capo.
     «Da quando ho fatto ritorno in Russia ho avuto l'onore di guidare le mie truppe alla battaglia vittoriosa di Krassny-Lutsch, citata nel bollettino germanico. Da 12 giorni queste stesse truppe schierate sul Don, a contatto con la 6a Armata germanica, si battono eroicamente e sanguinosamente per sbarrare il passo alle orde bolsceviche che in numero di 3 divisioni, 27 battaglioni, si sono gettate selvaggiamente sul settore di una sola nostra divisione — 6 Battaglioni — minacciando seriamente le retrovie della stessa 6a Armata protesa verso Stalingrado. Ma non sono passati! E non passeranno! La durissima battaglia è ancora in corso, ma si concluderà ineluttabilmente con una nuova e luminosa affermazione italiana. I sacrifici fatti in questi giorni sono stati grandi. Soldati e CC. NN. hanno toccato la più alta vetta dell'eroismo e della dedizione al dovere. Questa nuova prova di valore e di tenacia data dalle nostre truppe rinsalderà maggiormente i vincoli fra i due grandi alleati ed accrescerà il nostro prestigio nazionale. Vogliate accogliere, Duce, l'espressione più viva del mio fedele attaccamento e della mia sincera devozione.