Rapporto ai Gerarchi di Genova
(30 settembre 1939)


      Continuando i rapporti ai gerarchi, iniziati il 23 settembre, con quello alla «Decima Legio», il Duce, il 30, riceve le gerarchie del Fascismo di Genova. Dopo la relazione del Federale, il Fondatore dell'Impero rivolge agli intervenuti un breve discorso.

      Egli non s'intrattiene sulla parte internazionale, richiamandosi per questa al discorso alle Gerarchie di Bologna; ma accenna ai compiti del Partito nell'ora che volge precisandoli nel settore politico-economico-sociale-assistenziale.
      «Il Partito è l'artefice della Rivoluzione, la spina dorsale del Regime, il motore delle attività nazionali non soltanto nel campo politico.
      «Quanto alla Milizia, essa rimane la Guardia Armata della Rivoluzione, che ha dato tanto contributo di sangue e di sacrificio nelle guerre di Africa e di Spagna e che assolve così efficacemente i compiti di strumento militare per la difesa della Nazione. I centoquarantadue battaglioni, che faranno d'ora innanzi parte organica della Divisione dell'Esercito, continueranno a stringere sempre più i vincoli di schietto e fraterno cameratismo fra queste due forze, che hanno un solo sacro obiettivo: la difesa della Patria.»
      Il Duce elogia quindi l'opera del Fascismo genovese e si rivolge alle donne fasciste presenti, elogiandole per quanto hanno fatto e per quanto faranno nel campo assistenziale fra le famiglie del popolo, soprattutto tra le famiglie dei richiamati.