La visita alla Calabria
(30-31 marzo 1939)


      La sera del 29 marzo il Duce parte per la Calabria e la mattina seguente è a Cosenza.

      Il Duce si dice lieto di visitare quella generosa terra in un momento che gonfia di orgoglio il cuore di tutti gli Italiani per la vittoria di Franco, alla quale hanno contribuito le gloriose formazioni legionarie.
      Rileva come le idiote e miserabili profezie delle sinistre siano state disperse dalla volontà e dalla fede del popolo italiano, e afferma che l'Italia non intende affatto di rimanere prigioniera nel Mediterraneo:
      «La vostra provincia ha l'onore e l'orgoglio di aver dato i natali a un Quadrunviro della Rivoluzione e ora ne custodisce le spoglie mortali sul colle Belmonte, in faccia al mare di Roma.
      «Egli fu durante quindici anni uno dei miei più preziosi collaboratori. Io potevo contare in maniera assoluta sulle sue virtù, che erano le virtù della vostra terra e della vostra razza: virtù tipicamente italiane.
      «Io vi ricordo una delle sue frasi di una eloquenza rara e profonda: "Quando si è dato tutto alla Patria, non si è dato ancora abbastanza".
      «Camerati! siate, in ogni istante della vostra vita di fascisti, di Italiani, degni e fieri della memoria di Lui.


      Il viaggio prosegue fra le popolazioni schierate al passaggio, entusiasticamente plaudenti. Tutta la Calabria è in piedi ad accogliere il Duce: lungo la linea ferroviaria, siepi di contadini e di pastori; nelle piazze e nelle vie, le popolazioni formicolanti, nello spasimo dell'attesa. E quando il Duce passa, l'impeto a lungo compresso esplode in grida altissime di gioia. La prima sosta è a Belmonte, terra di Michele Bianchi: una grande corona di alloro, coi colori di Roma, viene deposta sul sarcofago in cui riposano le spoglie del Quadrunviro: il Duce sosta qualche istante in raccoglimento; fuori il popolo silenzioso e commosso, assiste con orgoglio all'omaggio che il Fondatore dell'Impero reca al suo grande conterraneo. A Crotone, il Duce dà inizio alla costruzione di un lotto di case popolari; e nella piazza della laboriosa città parla alla popolazione per annunziarle che dopo la sua visita «la Calabria dovrà fare un poderoso passo innanzi. E lo farà!»

(segue...)