(segue) Alle donne fasciste
(20 giugno 1937)
[Inizio scritto]

      Le generazioni dei soldati, dei pionieri, necessarie per difendere l'Impero, saranno quali voi le farete. Ora io vi domando: l'educazione che darete, sarà romana e fascista?
      (La moltitudine urla ancora: «Sì! Sì!»).
      Questa è la risposta che io mi attendevo da voi. Durante questi quindici anni, duri e magnifici, le donne italiane hanno dato prove infinite del loro coraggio, della loro abnegazione: sono state l'anima della resistenza contro l'obbrobrioso assedio ginevrino, hanno dato gli anelli alla Patria, hanno accolto i sacrifici necessari per attingere la vittoria con quella fierezza e quel contenuto dolore che è nelle tradizioni delle eroiche madri italiane.
      Donne fasciste!
      Per la sua azione d'assistenza nazionale e sociale che deve andare dalle città ai campi, il Regime ha contato e conta su di voi. («Sì! Sì!» ).
      Per le opere di domani che noi ci auguriamo pacifiche il Regime potrà sempre contare su di voi? (La moltitudine grida ancora una volta: «Sì! Sì!»). Sulla vostra disciplina? («Sì! Sì!»). Sulla vostra fede?
      (Le donne fasciste gridano un entusiastico, vibrantissimo: «Sì!»).
      Allora io vi dico che non ci saranno più ostacoli nella marcia trionfale del popolo italiano.