(segue) Guadalajara
(17 giugno 1937)
[Inizio scritto]

      Ma ben al di sopra di questi, forse tardivi per quanto obiettivi riconoscimenti stranieri, sta l'azione dei vivi, dei legionari che successivamente sul fronte di Biscaglia hanno compiuto azioni degne di storia. Anche per Bermeo la turpe canea della stampa antifascista abbozzò un tentativo di speculazione, ma i fatti lo stroncarono immediatamente con scorno e vergogna di coloro che lo avevano osato.
      Ora, ben più alto e solenne parlano i morti. Uomini di tutti i paesi non insensibili alla bellezza di chi muore per un ideale, ascoltate questa sacra testimonianza come la ascoltiamo noi, in reverente silenzio!
      Nella battaglia del marzo i Caduti fascisti furono centinaia e centinaia e ben 2000 i feriti. Il Fascismo, che ha abituato gli Italiani a vivere una vita di ardimento e di verità, non ha taciuto le perdite, ma ha pubblicato in questi giorni i nomi, additandoli alla riconoscenza della Nazione e alla esaltazione vendicatrice delle Camicie Nere.
      Dove, quando, come, non è — oggi — possibile dire. Ma una cosa è certa; certa come un dogma di fede, della nostra fede.
      Anche i morti di Guadalajara saranno vendicati.