Chiarimenti
(30 maggio 1937)


      Da Il Popolo d'Italia, 30 maggio 1937-XV.

      La precipitazione con cui — sotto l'assillo della «concorrenza» — le Agenzie giornalistiche diramano le notizie è cagione spesso di equivoci e di false interpretazioni, come è accaduto nella recente intervista data da Mussolini al giornalista americano Simms. Si è parlato di un invito a Roosevelt per la convocazione di una conferenza mondiale. Niente di ciò. Un invito del genere sarebbe stato assurdo e, forse, ridicolo. Il giornalista ha chiesto quale fosse il pensiero di Mussolini, nel caso che Roosevelt si decidesse a convocare una conferenza sugli armamenti e Mussolini si è limitato a dichiarare che una iniziativa del genere avrebbe potuto avere successo e che, in ogni modo, era ad essa assicurata l'adesione dell'Italia. Successivamente Mussolini ha specificato anche gli eventuali obiettivi di tale conferenza, onde evitare qualsiasi mistificazione o illusione eccessiva, tipo di quelle elargite ricorrentemente dalla cooperativa «venditori di fumo» di stanza a Ginevra.
      Non si tratta di «disarmare». Ciò è impossibile. Teoricamente e praticamente. Lo si è tentato quattro anni fa inscenando la grande conferenza di Ginevra la quale, dopo centinaia di futili discorsi, si è chiusa nel più piramidale e funereo dei fiaschi. Gli stessi pacifisti di professione non vogliono sentire parlare di disarmo. La «pace» è una parola screditata negli ambienti societari. Quelle che una volta si chiamavano e si chiamano ancora per gli allocchi le «sinistre» sono ferocemente guerrafondaie, allo scopo di sterminare il Fascismo. Osso duro da rodere questo, che romperà i denti a coloro che vorranno correre siffatto rischio.
      Non si tratta, nemmeno, di ridurre gli armamenti attuali o quelli in corso. Più praticamente si tratta di vedere, se sia possibile limitare i programmi dei futuri armamenti e per ciò che concerne la qualità e per quanto riguarda la quantità.

(segue...)