(segue) Per il XVIII annuale della fondazione dei Fasci. «Ricordare e prepararsi»
(23 marzo 1937)
[Inizio scritto]

      Questa inondazione di torbidi inchiostri alla quale logicamente si collega l'oratoria isterica ed ipocrita di certi pulpiti anglicani i quali sono sempre pronti a vedere la pagliuzza nell'occhio altrui, mentre il loro è schiacciato da pesanti e secolari travi, non riuscirà minimamente a scuotere la nostra imperturbabile calma e la calma non meno imperturbabile di tutto il popolo italiano.
      Alla malafede altrui opponiamo la nostra indiscutibile lealtà, al castello delle menzogne altrui il soffio impetuoso e travolgente della nostra verità, all'odio cieco altrui il nostro consapevole disprezzo.
      Siamo collaudati dall'assedio economico che, dopo nove mesi, si è concluso con una resa: quella degli assedianti.
      Tuttavia, sarà necessario di proclamare che queste cosiddette campagne inscenate dai pacifisti di professione costituiscono la preparazione alle complicazioni ed ai conflitti per cui ancora una volta si dimostra che costoro sono i veri e temibili nemici di quella pace e di quella collaborazione europea che noi sinceramente vogliamo e pratichiamo coi fatti.
      Si dice che il popolo italiano sia un popolo facile all'oblio. Errore! Errore! Uno dei tanti errori nei quali spesso cade l'osservatore straniero superficiale o ignaro. Il popolo italiano ha invece una memoria tenacissima e sa aspettare. Abbiamo aspettato quaranta anni per vendicare Adua, ma ci siamo riusciti!
      E se anche questo un giorno potesse accadere, che le memorie illanguidissero, saremmo qui noi a risvegliarle e a pungolarle.
      Camicie Nere!
      Ricordare e prepararsi! Questo è il monito dell'odierna celebrazione.