Parliamo a Maranon
(24 febbraio 1937)


      Da Il Popolo d'Italia, 24 febbraio 1937-XV.

      Prima di tutto, presentiamolo. Il dott. prof. Maranon era presidente dell'Accademia di medicina di Madrid, biologo di grande fama per i suoi lavori sulle glandole endocrine e autore di un libro, Problema dei sessi, molto noto fra coloro che si occupano di tali problemi. Abbiamo scritto era, perché oggi il prof. Maranon è fuggito da Madrid e parla a Parigi sulle colonne del Petit Parisien, pagine 1 e 4 del numero che reca la data del 21 febbraio 1937.
      Il Maranon non è soltanto uno scienziato, ma anche uomo politico di sinistra, già deputato alle Cortes, promotore della legge per il voto alle donne e uno dei fondatori della Repubblica spagnola.
      Intervistato da un giornalista, il dott. Maranon ha parlato come Lerroux ed ha versato nel seno dell'intervistatore la più «dolorosa delle confessioni» e la più stroncante delle requisitorie contro il regime rosso di Valencia. Egli ha recitato un vero e proprio atto di contrizione, un me a culpa in piena regola. Dopo aver ricordato che la rivoluzione è stata anche opera sua, che essa prese appiglio dal sacrificio di Ferrer e del giornalista Cirva (ucciso in prigione durante la rivolta delle Asturie), ecco le conclusioni alle quali tale umanitaria rivoluzione è arrivata secondo le parole dello stesso Maranon.
      «Voi sapete — egli dice — quel che è avvenuto. Ma io l'ho visto. Trentamila Ferrer colpevoli di pensare liberamente sono stati fucilati senza processo. Cinquemila Cirva sono stati uccisi nelle prigioni a colpi di bombe a mano. Ancora ogni giorno si assassinano migliaia di uomini e di donne per delitto d'opinione».
      Ah, dunque! La Monarchia aveva al suo passivo, se così può dirsi, un solo Ferrer e un solo Cirva in un periodo di anni venti; la Repubblica di Caballero, Blum, Avenol, Eden, ne ha trentacinquemila in sei mesi! Ed è per questa mansueta Repubblica che fa scorrere il sangue a fiumi e rimpiangere la Monarchia che non fu mai in nessun momento così feroce; è per salvare questo delizioso regime che diciotto deputati degli Stati Uniti — arcifessi — hanno presentato una mozione contro l'Italia, la Germania e il Portogallo.

(segue...)