Intervista alla stampa “Hearst”
(15 luglio 1936)


      L'ultima settimana di giugno e la prima metà di luglio del 1936-XIV fu occupala dalle lente procedure che precedettero l'abolizione delle sanzioni. Dopo le dichiarazioni di Lord Eden alla Camera dei Comuni (18 giugno), sopraggiungeva una decisione, non altrettanto immediata, della Francia, mentre alcune Nazioni abolivano le sanzioni senza aspettare la decisione di Ginevra.
      Infine il primo luglio si radunò l'Assemblea della Società delle Nazioni, senza l'intervento dell'Italia, che mandò invece un memoriale circostanziato e documentato. La prima seduta fu turbata dall'intempestivo intervento del signor Tafari, l'ex-Negus che aveva disertato il suo Paese, lasciando l'ordine di saccheggiare Addis Abeba. Questa presenza era un vero insulto alla civiltà, e i giornalisti italiani reagirono energicamente, come era loro dovere, in una sede che appartiene anche all'Italia. Il giorno dopo, 2 luglio, il Presidente Motta, rappresentante della Svizzera propone l'abolizione delle sanzioni che — dopo la consultazione delle commissioni competenti — nella seduta del 6 luglio fu deliberata per il 15 luglio. Così si compiva la seconda Vittoria italiana: dopo la Vittoria delle armi e la conquista dell'Impero, la Vittoria economica e diplomatica contro il fronte sanzionista. Nel tempo stesso, il Governo inglese decideva di ritirare la flotta dal Mediterraneo, e Lord Drummond, Ambasciatore d'Inghilterra a Roma, ne dava la comunicazione ufficiale, il 13 luglio, a S. E. Galeazzo Ciano, Ministro degli Esteri del Governo italiano.
      Così, in un'atmosfera risanata, in un alone di completa vittoria, il 15 luglio 1936-XIV, 241°, giorno dell'iniquo assedio economico, avevano fine le sanzioni.
      In questo giorno, veniva pubblicato e diramato ai diversi giornali esteri, il testo di un'intervista di fondamentale importanza, che il Duce aveva concesso al giornalista II. R. Knickerbocker, per l'americana stampa «Hearst». Il giorno seguente, 16 luglio 1936-XIV, l'intervista veniva riportata dal Popolo d'Italia, e dagli altri giornali italiani. La stampa «Hearst» faceva precedere l'intervista da una nota editoriale, in cui è detto che l'avvenire della pace del mondo sta oggi nelle mani di Benito Mussolini, Duce dell'Italia moderna, conquistatore dell'Etiopia, vincitore dei Paesi sanzionisti e della Lega delle Nazioni, Capo di una Potenza in rapida espansione e di un Impero africano che era rimasto indipendente fin dai tempi biblici.

(segue...)