(segue) Inaugurazione di Pontinia
(18 dicembre 1935)
[Inizio scritto]

      La guerra che noi abbiamo iniziato in terra d'Affrica è una guerra di civiltà e di liberazione. È la guerra del Popolo. Il Popolo Italiano la sente come cosa sua. È la guerra dei poveri, dei diseredati, dei proletari. Contro di noi si è infatti schierato il fronte della conservazione, dell'egoismo e dell'ipocrisia.
      Noi abbiamo impegnato anche contro questo fronte la nostra dura battaglia. E la porteremo sino in fondo. Un Popolo di quarantaquattro milioni non soltanto di abitanti, ma di anime, non si lascia impunemente iugulare e meno ancora mistificare.
      Sicuro di questo unanime, profondo consenso di tutto il Popolo Italiano, uomini, donne, fanciulli, tutto il Popolo vivo nella sua espressione storica ed eterna, sicuro di questo consenso, il Regime tirerà diritto.
      Non potrebbe e non vuole fare altrimenti.
      È una prova nella quale siamo impegnati tutti, dal primo all'ultimo, ma è una prova che collauda la virilità del Popolo Italiano.
      È una prova, o Camerati, dalla quale certissimamente usciremo vittoriosi.
      Ci vorrà del tempo; ma quando si è impegnata una lotta, Camerati, non è soltanto il tempo che conta, ma la vittoria.