(segue) Verso il riarmo
(18 maggio 1934)
[Inizio scritto]

      Ma i francesi mentre accettano la prima parte del memorandum italiano, respingono la seconda, quella che accoglie le richieste tedesche. È vero che il memorandum italiano propone di accettare, senza sofisticare all'infinito, le richieste tedesche, ma è altrettanto vero che l'accettazione di queste richieste ha una contropartita considerevole la quale consiste: a) nella trasformazione della Reichswehr, da esercito di professionali in un esercito ordinario a ferma breve; b) nel controllo che Hitler accetta anche per le formazioni para-militari; c) nel ritorno della Germania nella Lega delle Nazioni. Si dice che la Germania non tornerà in nessun caso a Ginevra: è mia opinione invece che Hitler, quando vedesse effettivamente realizzata la parità dei diritti, sentirebbe che — se la Società delle Nazioni continua a vivere — restarsene assenti può costituire un errore. Nel progetto italiano, la convenzione dovrebbe avere una durata fra un minimo di sei anni e un massimo di dieci. Ora che sono state riesposte le linee fondamentali del progetto italiano, si può antivedere quale situazione si determinerà, se la Conferenza del disarmo dovrà, alla fine, proclamare ufficialmente il suo fallimento. Le nazioni armate non solo manterranno il loro livello attuale di armamenti, ma lo accresceranno e la Germania farà altrettanto: cioè la Germania, libera da ogni vincolo di convenzione, organizzerà e moltiplicherà le sue forze e i suoi apprestamenti bellici. C'è qualcuno che vorrà impedirlo? Non credo. Comunque non v'è che un mezzo: il ricorso a quella guerra «preventiva» che può essere balenata come ipotesi a taluni circoli, ma che il popolo francese non può guardare con simpatia. L'esperienza della Ruhr insegni. La Francia sa che nel caso di una «guerra preventiva» non potrebbe contare sulla solidarietà che la aiutarono nella recente guerra mondiale, quando con la sola dichiarazione di neutralità dell'Italia, ad esempio, si rese possibile la vittoria strategica della Marna. Se la occupazione della Ruhr provocò una accanita resistenza passiva, che creò molte difficoltà all'esercito e alle autorità civili francesi, oggi è probabile che una marcia di occupazione del territorio germanico susciterebbe resistenze attive, talché la guerra preventiva diventerebbe una vera guerra, probabilmente lunga, certamente costosa in mezzi e uomini.

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